. Willard Grant Conspiracy - Let it Roll
The ballads for the cold nights
Willard Grant Conspiracy - Let it Roll
(Glitterhouse/Venus)
www.willardgrantconspiracy.com

After an antology with unreleased tracks, Willard Grant Conspiracy comes back with a new album, featuring former members of Lambchop, Dream Syndicate and Saint Low. This songs are a pure example of tipical Americana storytelling mixed with alternative-country.

I Willard Grant Conspiracy, più che una band ultimamente sembrano aver preso i tratti di un collettivo musicale aperto ai contributi di collaborazioni e idee esterne. A fare da amalgama al tutto c’è la carismatica figura di Robert Fisher, che con le sue canzoni nel tempo è riuscito a ritagliarsi un posto importante nella scena roots. Registrato fra la Slovenia e l’Olanda, questo nuovo album, Let It Roll, raccoglie i brani composti durante il lungo tour di supporto all’antologia con inediti che lo scorso anno era servita alla band per fare il punto sul loro percorso artistico. Da quel tour però le cose sono un po’ cambiate, soprattutto nella line-up che ora è composta da Jason Victor alla chitarra, Erik Van Loo al basso, Tom King alla batteria, Josh Hillman al violino e Yuko Murata al piano. Il suono elettro acustico velato da atmosfere noir, è rimasto lo stesso, ma con l’aggiunta di una più forte componente elettrica spesso in passato lasciata solo sullo sfondo. Let It Roll, rappresenta dunque l’inizio di un nuovo corso distaccandosi da quelle atmosfere che ci avevano fatto apprezzare la prima produzione di questa band. Ciò lo si nota nel brano di apertura, From a Distant Shore, una ballata struggente dai toni noir con il violino di Hillman a cesellare ogni passaggio, ma anche dalla bellissima e torrenziale Let It Roll, che si protrae per nove minuti e mezzo di grande folk rock. Nonostante fosse già nota, essendo apparsa sul tributo di UNCUT per i quarant’anni di Highway 61, particolarmente bella è anche l’oscurissima ripresa elettrica della dilaniana Ballad Of Thin Man, in modo differente molto interessante ci sembra anche Flying Low, scritta e cantata con Steve Wynn, che mette insieme due visioni differenti del roots rock. Il resto è composto sostanzialmente da ballate dai toni elettrici come Breach e Mary of the Angel e da una divagazione meno riuscita nel pop-rock con Crush, che si segnala come brano meno riuscito del disco. Chiude l’album l’eccellente Lady of the Snowline, con una linea di tromba da brividi che si sposa alla perfezione con le chitarre acustiche. Un disco fatto di storie, di racconti, ma soprattutto di grande alternative country.

Salvatore Esposito

Track list

1. From a Distant Shore
2. Let It Roll
3. Dance With Me
4. Crush
5. Flying Low
6. Skeleton
7. Breach
8. Mary of the Angels
9. Ballad of a Thin Man
10. Lady of the Snowline

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