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Lucero “Hey Hey, My My, R’n’R Will Never Die” cantava un bel po’ di anni fa Neil Young. Era il 1979. il punk aveva già sconvolto il mondo e mentre qualcuno si leccava le ferite guardando l’estratto conto e la new wave ed il dark si apprestavano a dare il loro contributo alla storia della musica contemporanea, più di un critico sembrava non essere d’accordo su quella frase cantata dal cantautore canadese. A distanza di 28 anni siamo a Codemondo, un piccolo paese vicino Reggio Emilia, al Kanaka, un ristorante pub come tanti altri che si distingue per il palco che per una volta ha l’aspetto di un palo e non di una risicata pedana messa nel mezzo del locale quasi per caso ad assistere al primo concerto in Italia dei sudisti Lucero che ci hanno conquistato con il loro album: ‘Rebels, Rogues & Sworn Brothers’. Prima di loro sale sul palco il cantautore australiano Nick Barker nota di costume: indossa una maglietta con scritto Neil Young che offre in pasto ai presenti una selezione delle sue canzoni nelle quali è possibile sentire echi pop dei conterranei Crowded House a cui si aggiunge una gustosissima versione country stomp rock di ‘Jump’ dei Van Halen. Alle 23.30 salgono sul palco i Lucero: sono brutti, sporchi e mal assemblati, ma appena parte ‘The Mountain’ non ce n’è più per nessuno: classic rock potente, epico, sporco, ruffiano ed insolente al tempo stesso. Il pubblico risponde subito come rapito e la festa parte mentre le canzoni si susseguono: ‘I Don’t Wanna Be The One’ , la Springsteenina ‘What Else Would You Have Me Be?’ e ‘1979’… Già, i Lucero hanno scritto una canzone il cui titolo porta proprio la data di pubblicazione di ‘Rust Never Sleeps’ di Neil Young. Le coincidenze sembrano susseguirsi e mentre Ben Nichols con la sua voce roca urla il testo della canzone su un tappeto di note arrugginite a cui si aggiungono le leggere note del piano ci torna in mente che cosa è il rock’n’roll: è la birra gelata che ti aspetta a casa dopo una giornata di lavoro; è il brivido che ti corre lungo la schiena quando pensi alla prima volta che hai sentito ‘Sticky Fingers’ dei Rolling Stones o ‘Led Zeppelin II’ dei Led Zeppelin; è la prima forca a scuola per andare in giro per negozi di dischi; è la prima volta che i tuoi amici ti hanno fatto sentire un emarginato perché non sei andato con loro in discoteca ed hai preferito farti un giro in motorino ascoltandoti la cassetta di ‘Rock’n’Roll Over dei Kiss a manetta… Il rock’n’roll è quell’insieme di ricordi e sentimenti così banali eppure così importanti che ciascuno di noi si porta con sé e che questa musica ha il potere di evocare al primo accordo suonato a tutto volume. È una musica che si rigenera costantemente e che mantiene la sua freschezza e vitalità grazie al suo linguaggio semplice e diretto proprio come la cavalcata elettrica di ‘Sing Me No Hymns’ dei Lucero nella quale Lynyrd Skynyrd, Free e Nirvana convivono senza che questo scateni scontri generazionali. ‘My My, Hey Hey, R’n’R Is Here To Stay’ cantava Neil Young. Aveva ragione. Rick Steff, Roy Berry, Ben Nichols, John C. Stubblefield e Brian Venable questo lo sanno e con la loro musica contribuiscono alla causa. Long Live Rock, long live Lucero. |
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