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Terry Evans
31 Marzo 2007 Festival Blue Joint
Officine Giovani - Prato
Terry Evans, "la voce" del più caldo e torrido Ry Cooder si è esibita alle Officine Giovani di Prato nell'ambito del festival Blues Joint, manifestazione che dal 2003 coinvolge Comuni e strutture della Toscana con l'obiettivo di meglio divulgare la cultura afroamericana.
Nato nel cuore del Delta del Mississippi e cresciuto musicalmente nei cori delle chiese locali, Terry Evans è da sempre la voce nera che avvolge, colora e riscalda le atmosfere delle più belle canzoni di Ry Cooder, suoi i cori e le coloriture nelle migliori sortite di Cooder all'interno dell'anima più nera della musica americana (Chickewn Skin Music, Get Rhythm, Show Time fino all'ultimo My Name Is Buddy)
La sua esibizione ha immediatamente riscaldato i fortunati spettatori regalando uno show rigoroso ma anche torrido. E' stata dunque una serata speciale, la sua voce è ancora in grado di affrontare il soul come il blues ed anche il più arrabbiato dei rhythm and blues. Una voce che non sente minimamente l'avanzare degli anni ed una professionalità che si è fatta le ossa nel chitlin circuit degli anni 70 insieme al suo amico Bobby King, rodando di notte in notte il più classico dei repertori Stax.
Sono cose che si vedono, queste. Le si sentono, le si leggono negli occhi. Nessun divismo, ma assoluto professionismo che si muta in completa disponibilità e rara gentilezza. L'umiltà tipica di chi sa cosa significa farsi le ossa di notte in notte e di chi sa quanto è importante il rapporto con il pubblico. Dopo un repertorio che ha regalato classici di ogni tempo, da "Ain't no Sunshine" a "Crossroads" per finire con la bellissima "At The Dark End Of The Streets" che solo Terry Evans sa rendere così unica e magica, il Nostro si è amabilmente intrattenuto con il pubblico firmando e vendendo i suoi cd e rispondendo ad ogni domanda senza far pesare la fatica del concerto appena eseguito e lasciando il palco soltanto dopo che l'ultimo spettatore aveva lasciato la struttura.
Ed in un'epoca di dive e divette, di star la cui professionalità si fa fatica non già a riconoscere ma addirittura ad individuare, queste sono scene che significano ancora tanto, credetemi.
Giovanni de Liguori
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