Stunning collection of in house BBC ‘s recording (1967-1974) of the most influential band in British Folk Rock
Il quadruplo cd “Fairport Convention live at The BBC“ non aggiunge molto all’originale “Heyday”, la prima e forse più accreditata raccolta di sedute presso gli studi della radio nazionale inglese dal parte del più importante gruppo del folk rock britannico, ma si spinge oltre la formazione più classica - quella dell’influente “Liege & Lief” per intendersi - per arrivare con una certa dovizia di particolari ai settanta (1973, 1974 per l’esattezza) e a quei Fairport caratterizzati dalla presenza di Trevor Lucas e Jerry Donahue (i due sono gli ex Fotheringay che la cantante Sandy Denny si portò appresso come guarda spalle musicali, il primo anche marito).
I momenti migliori della quadrupla raccolta sono quelli che documentano l’ultima band con il bassista Ashley Hutchings (1969), compatta e adulta, consapevole, e quella di “Full House” (1970), immediatamente successiva, alla ricerca di una nuova identità e felice del cambiamento, peraltro non del tutto dovuto né cercato.
Qui, nelle performances, non si finge proprio mai e i pochi mezzi della BBC esaltano le qualità e l’interplay fra i solisti. Richard Thompson - quando parte della band - fa sempre la figura del leone e l‘arrivo di Dave Swarbrick è per lui un invio a suonare ancora meglio, sin dalle prime session del 1969 e ancor di più nei brani per il John Peel‘s Top Gear del Settembre dello stesso anno.
Swarbrick nelle session del 1970 con Dave Pegg al posto di Ashley e nessuna voce a sostituire Sandy, comunica al gruppo la consapevolezza di una nuova avventura, si ascolti “Poor Willy and the Jolly Hangman” con gli intermezzi strumentali che ricordano i Quicksilver Messanger Service e le parti vocali da sunshine pop californiano o il raga rock di “The Bonny Bunch of Roses“.
La nuova strada pur allontanando il gruppo dalla ricerca più profonda suggerita da Hutchings, spingerà la formazione a un maggior successo e verso a una forma di rock più in linea con il panorama britannico del momento.
Le session conclusive, quelle del 1973 e del 1974 ci mostrano un gruppo che ha annusato e respirato l’America e non ne fa ammenda al punto da sembrare i cugini inglesi delle ultime versioni dei Flying Burrito Brothers, addirittura in un classicone come “Rosie“ di Swarbrick, dall’album omonimo .
Basterà però che Sandy Denny riprenda possesso del microfono (accadrà con l’album chiamato “Nine”) e le cose ritorneranno al loro naturale percorso.
Le ultime canzoni presenti nel terzo cd, quelle cantate da Sandy (“John The Gun”, “Rising for the Moon” e una originale versione di “Down in the Flood” con la Denny che vocalizza con se stessa alla maniera di Grace Slick) la dicono lunga sulla qualità della vocalist di uniformare la “sua” band alla “sua” voce.
Divertente il quarto cd della raccolta, collezione di “fuori onda”, ottimi esperimenti permessi al gruppo dalla mano gentile ed affettuosa dei sound engineers in camice bianco di Maida Vale, prezioso contributo e gentlemen agreement fra le parti, tecnici e gruppo, a sperimentare e a non buttare via neanche un minuto di così cotanta preziosa opportunità quanta ne voleva significare all’epoca essere ospiti dei mitici studi della BBC di Londra.
Altri tempi, ma anche altra musica. E che musica !
Ernesto de Pascale
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