.

Metheny Meldhau Quartet
(Nonesuch/Warner)
www.nonesuch.com
www.patmetheny.com
www.bradmehldau.com

Brad Meldhau and his trio gives some extra twist to his stellar contribution with Pat Metheny aimed for top ten smooth jazz playlist

Quando Il Popolo del Blues si volta verso il Jazz si imbatte in personaggi come Pat Metheny la cui innata attitudine retronuevo incontra i favori di quelli cresciuti con gli epici album per la ECM nei tardi settanta e che si condensarono nello splendido“American Garage” o ancora nel disco in duo con Lyle Mays “Wichita Falls as Wichita Falls”, un album che merita un riascolto attento ed aggiornato, almeno perchè seme di un certo stile americana che negli anni a venire Bill Frisell avrebbe bene formalizzato.
Metheny in questo disco in quartetto con Brad Meldhau al pianoforte (diciamo meglio, con il Brad Meldhau trio!) pare voler cercare di nuovo un partner eccellente come lo fu Mays ai tempi del Pat Metheny Group.
Certi toni di ricerca si sono però definitivamente smorzati nei temi che la chitarra propone mentre si recuperano nelle armonie di Meldhau che non scherza in quanto a mettere accordi ad angolo dietro Pat. Quando poi i due si lasciano andare in territori meno recintati, come “Fear & Trembling” di Meldhau, qualcosa di interessante affiora. Ci si accorge allora che se Pat predilige il duo in senso stretto - quattro degli undici brani sono suonati dalla coppia in perfetta solitudine e sono tutte composizioni del chitarrista - il pianista vuol forzare Metheny a integrarsi nel proprio progetto di trio con risultati molto più interessanti che viceversa.
Il cd sale di una spanna quando l’incontro fra i due colossi si motiva in qualche modo o per volontà dell’uno o dell’altro mentre scorre via su toni prevedibili in brani come “ Towards the Light“ l‘ennesimo clone di “Are You Going With Me “o “This is Not America“ e in “ Long Before“ dove un tono un po’ frivolo e post lounge porta Mehldau a suonare come nell‘atrio di un grande albergo perso fra turisti e passanti. In “Santa Cruz Slacker” un ottimo brano fatto di accordi in sospensione e rilasci, scritto da Meldhau, il pianista ripercorre la lezione di Bill Evans e Metheny controlla i suoi impeti lasciando spazio al trio e interagendo bene nel fraseggio. Nel successivo “Secret Beach”, sempre di Brad, un leggero gusto bluesy nobilita la guitar synth di Metheny - posizionata sullo stesso timbro dal secolo scorso - e conduce a un groove epico finale che non potrà non far esultare i fans del più classico Pat Metheny Group indicandoci la composizione in questione come la più radiofonica di una bella raccolta che scade qui e là nel formale e nella elevator music e che deve i suoi momenti migliori alle composizioni del pianista.

Ernesto de Pascale

Track list

tutte le recensioni

Home - Il Popolo del Blues

NEWSLETTER

.
.
eXTReMe Tracker