Idilliac and blissful instrumental album with touches of melancholic chamber music. Magic and intense
Ellis island è il nome della piccola isola davanti Manhattan presso cui ha sede il penitenziario della città di New York. Altra minuscola Ellis Island corporate a metà strada del San Francisco gate, destinazione Oakland.
David Sheppard, Pete Astor e John Hillman, I tre componenti di Ellis Island Sound con “The good Seed” in qualche modo celebrano la claustrophobia del luogo ispiratore del nome con una musica strumentale intima, delicata, calda ma utopicamente lontana dalla realtà che pare essere laggiù, altrove, ma anche così terribilmente a portata di mano.
Siamo fra Penguin Café Ochestra (“Angel‘s way“, “Auction of promises“), The High Llams (“The Orchid“), Field Music (“The Villangers“,“Sword reversed“), Durutti Column, Dub (“Summoning the Pharaoh”) e minimalismo post reichiano (“Starlight Madrigal“). L’ombra di Brian Wilson fa capolino, ma senza crear intrusioni di troppo in un album calibrato, intrigante per il rigore cameristico, dotato di una magia che mette in secondo piano anche il raffinato gusto estetico dei tre musicisti.
Ernesto de Pascale
|
|