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Van Der Graaf Generator - Rosignano Solvay Ne ricordo di concerti memorabili dei VDGG e di mediocri, ma adesso il Generatore è stabile e saldo. Il nuovo album in tre ha assestato la loro più recente credibilità e con Hammill, si sa, non è mai vita facile. Se non fosse per per una coraggiosissima Man Erg, il futuro è adesso: quattro brani dal nuovo Trisector sono disposti oculatamente in una scaletta che nell’incipit - The Hurlyburly - soffre delle lentezze di accelerazione tipiche del miglior (generatore) diesel. Interference Pattern, Lifetime, All That Before ma soprattutto la straordinaria Over The Hill sono suonate con precisione, classe, eleganza e molto pathos da tre signori che pare abbiano trascorso diverse ore a provare disciplinatamente il loro nuovo materiale per poi dimenticarsi tutto e ricominciare da capo (un classico in casa Van Der Graaf!). Hammill alla chitarra è una esplosione di attitudine punk, Mark E. Smith sarebbe orgoglioso di lui mentre Banton sperimenta tutti i suoi nuovi patterns sonori ed Evans, sempre più simile a un Frankstein buono si ritrova a sgomitolare passaggi arditi come una volta con la destrezza, la decisione e la leggerezza del fan di Art Blakey di una volta. Erensto de Pascale Meurglys III
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