This is the perfect rock album. The music,the stories about the walls between us and others always had the main role in the poetry of rock and Adam Duritz is still one of the best poets around. The same for the band that is now and forever close to the majesty of their beginnings.
Dopo i successi planetari del 2002 con le loro canzoni usate per la pubblicità e colonne sonore di film di Hollywood sembrava che i Counting Crows si stessero godendo una dorata pensione da rockstars e invece eccoli con un disco che non stento a definire magnifico. Sembra di ascoltare la musica dei loro esordi ma sono cresciuti loro e di conseguenza i protagonisti delle storie raccontate da Adam Duritz. Il rock è diventato grande anche per la generazione di rockers degli anni '90 e lucidamente lo si racconta nelle tracce di questo album.
Un disco diviso in due e lo capiamo sin dal titolo che parla delle notti del sabato e delle mattine della domenica, lo spazio temporale in cui tutti i protagonisti delle storie raccontate nelle canzoni vivono ognuno la propria storia di incomunicabilità. Proprio questo è il concetto attorno a cui ruota il disco, l'impossibilità di comunicare con la collettività che circonda ciascuno. Storie che sono anche le nostre queste di equivoci personaggi che nel buio della notte e della loro vita inseguono una sensazione purchessia, tra alcool, donne sottili che bevono champagne, prostitute trans e musica assordante. Tutto poi per poter sentire del calore, calore che il nostro mondo occidentale ormai non offre più. Abbiamo sviluppato una corazza che giorno dopo giorno diventa sempre più pesante e ci impedisce di arrivare vicino agli altri. Ci riusciamo soltanto stordendoci con tutto ciò che la notte regala. Poi arriva la domenica mattina e la luce mette a nudo i piatti sporchi e le bottiglie vuote insieme alla nostra anima, alla nostra psiche debilitata e dolorante. Il momento dello specchio è arrivato e bisogna affrontarlo con determinazione, ormai non è più permesso rimandare la ricostruzione morale e materiale di noi uomini e donne che sembriamo aver perso la strada. L'arte ci salverà.
Musicalmente la divisione dell'album è netta, le prime sei canzoni e la conclusiva (prodotte da Gil Norton) sono quelle più hard, a raccontare le notti del sabato passate ad inseguire inutilmente una traccia,uno sguardo;le restanti, prodotte da Brian Deck, sono quelle del mattino della domenica, inevitabilmente diverse, più introspettive e acustiche.
Questo disco dei Counting Crows è una conferma della statura della band e del suo principale autore Adam Duritz;se "August and everything after" vendette tra il '93 e il '94 quindici milioni di copie questo "Saturday nights and sunday mornings" dovrebbe fare altrettanto. Questo è il rock al suo meglio e se vi diranno che è un suono datato avete la mia autorizzazione ad usare il turpiloquio.
Alessandro Mannozzi
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Track List
1492
Hanging tree
Los Angeles
Sundays
Insignificant
Cowboys
Washington square
On almost on every sunday morning
When I dream of Michelangelo
Anyone but you
You can't count on Me
Le ballet d'or
On a tuesday in Amsterdam long ago
Come around |