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Vampire Weekend – Vampire Weekend
(XL Recordings)
www.vampireweekend.com
www.myspace.com/vampireweekend

Here comes the Vampire Weekend from New York City. A new kind of Indie Rock, thanks to a good use of unusual instruments for this style; like cello, violin, harpsichord and hand drum.

L’etichetta indipendente XL Recordings mette a segno un vero e proprio colpo inserendo nella propria squadra i Vampire Weekend. Capaci di proporre, o perlomeno ci provano, un indie-rock originale. I Vampire Weekend, come sempre più gruppi in questi ultimi due anni, prima di entrare nel mercato discografico si sono messi in mostra attraverso la rete. Il passaparola tra i blog ha fatto il resto. I 4 Newyorkesi sono così balzati, all’esordio, nella top 20 statunitense. Grazie ad un album omonimo ben prodotto, in sostanza originale, non un capolavoro, ma più che godibile.
A partire da uno stile che mescola sapientemente indie rock con ritmi tipici della musica popolare africana.
A spiccare nel disco è soprattutto la produzione. La quale fa uso di tanti, tantissimi strumenti, per un effetto che ormai è sempre più raro soprattutto nel panorama indipendente, spesso semplificato all’ennesima potenza.
Come esempio basti Mansard Room, quello che attualmente è il singolo di maggior successo della band. A un ritmo a tratti da marcetta, corrisponde il classico riff, che fin dall’inizio, tuttavia, è accompagnato dalla sezione archi. Più avanti nel pezzo entrano poi le tastiere, che caratterizzano, dall’organo al sintetizzatore passando per il clavicembalo, gran parte del disco.
Gli altri pezzi seguono ovviamente questa via. A-Punk, è un pezzo che vira verso lo ska-reggae, sulla falsariga di Police e Clash. Cape Cod Kwassa Kwassa, come suggerisce il titolo, fa proprie le influenze della musica popolare sud africana. In Walcott gli archi creano un crescendo di rilievo, le altre canzoni del disco si adattano tutti a questi modelli. Da una serie variegata di tastiere, quindi, fino a pezzi quasi sinfonici. Il tutto secondo un ritmo di derivazione esotica. Se c’è una pecca nel disco, questa risiede nel fatto che alcuni pezzi sembrano troppo scarni, quasi delle esercitazioni di stile. Non riuscendo quindi a coinvolgere l’ascoltatore fino in fondo, a differenza di gruppi indie anche meno virtuosi. Per un disco d’esordio, comunque, non c’è veramente male. Probabilmente, dei vampiri del fine settimana, ne risentiremo parlare.

Matteo Vannacci

Track List

Mansard Roof
Oxford Comma
A-Punk
Cape Cod Kwassa Kwassa
M79
Campus
Bryn
One (Blake's Got a New Face)
I Stand Corrected
Walcott
The Kids Don't Stand a Chance

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