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LIVE

MARIANNE FAITHFULL
ARENA DEL SOLE , BOLOGNA, 18 aprile 2009




L’espressionismo rock di Marianne ammalia con Easy come Easy Go e fa rivivere la musica americana in uno show dal vivo di grande classe.

With “Easy come Easy Go” dark-rock , Marianne gives rebirth to all the most beautiful american music in a classy live-show .

Lo spettacolo teatrale di Marianne Faithfull è il perfetto esempio di ciò che che da oltre quarant’anni l’artista inglese sa fare: creare atmosfere. L’espressione è intensa, il timbro sensuale, l’emozione accesa.
Sabato 18 aprile all’Arena del Sole di Bologna si è chiusa la tre giorni di Festival monografico dedicato, nella sua terza edizione, alla cantante attrice inglese nota al grande pubblico per il suo carismatico talento e di certo anche in quanto ex di Mick Jagger ed ex dipendente da alcool e droghe varie.
Il live all’Arena chiude una rassegna fra rock , cinema e teatro, in cui la parte rock corona un tributo esaltando proprio l’anima di Marianne, trasgressiva con classe.
Dopo proiezioni dei suoi più importanti film al Cinema Lumière (Lucifer Rising, Intimacy, Hamlet e Irina Palm) e la lettura su violoncello dei Sonetti d’amore di William Shakespeare,viaggio sulla passione, alle 21 15 un grande applauso accoglie sul palco l’artista, preceduta da otto raffinati strumentisti.
Easy Come Easy Go, da un brano di Bessie Smith, in italiano traducibile in “come presto viene, cosi’ va”- è il titolo del nuovo album di Marianne nonché del live, scelto perché rappresenta pienamente l’essenza della vita.
Gli alti e bassi  e lo stile musicale di Marianne, affollatissimo di chiaroscuri vocali e strumentali, sono offerti al pubblico devoto da una band che sa sorreggere competentemente ( ancora ) un’artista ben in forze dopo un drammatico anno.
Times Square, uno dei brani più scintillanti del repertorio, dall’album dal vivo del 1990 Blazing Away , apre la serata, seguito da molti pezzi dell’ultimo lavoro: Down from Dover, originariamente di D.Parton trasformato in brano quasi di r & b dalla band, Children of Stones, folk pieno di malinconia e torpore, Hold on Hold on , che nel disco la vede duettare con Sean Lennon ma che da solista diventa ancora piu’ intensa e brillante, Solitude, che Marianne introduce dicendo “This is a song of Duke Ellington”, brano straordinario di cui si impossessa per restituirlo profondo e vissuto, in quella che l’artista considera la sfida piu’ grande nel disco e dal vivo. Arriva, finalmente, il brano che da il nome al live, di Bessie Smith, e si chiude la prima parte dello spettacolo, con una versione polistrumentale di In Germany before the war, anni Trenta, espressionistico, minaccioso e dark .
L’energia di Marianne finora è parsa quella di un’esplosione trattenuta, sotto stretto controllo della ragione e delle storie da raccontare.
Da Crazy Love in poi, l’aplomb in tailleur nero, flat shoes e capelli composti vira verso uno stile rock più puro e sfrenato, con la consueta classe ma un inconsueto brio giovanilistico.
Crazy Love da Before The Poison, lenta ballata con gravissima voce, Salvation e Dear God Please Help Me introducono l’attesissimo brano che scatena definitivamente il pubblico : il leggendario Sister Morphine, da Sticky Fingers degli Stones, che lei fa rivivere con passione distaccata, in un contraddittorio splendido sfoggio di controllo e slancio.
Ritorna al suo passato squisitamente personale per Why D’Ya Do It, dall’apprezzatissimo lavoro Broken English, che segnò nel 1979 la svolta dal folk rock all’espressionismo roco e dolente, che a Bologna rivive perfino potenziato dagli anni trascorsi,un brano di sexual jealousy che lei enfatizza con piglio marmoreo, ancora una volta grave e lieve, immobile e ondeggiante, come scossa da un’elettricità sottile e persistente.
Marianne ringrazia varie volte in italiano, lingua che ama perché la parlava il papà e dice che ora si torna all’inizio di tutta la storia. Si applaude già sapendo che il concerto è finito e che l’inizio di tutto è la dolce, toccante As tears go by, scritta con Mick Jagger e Keith Richards degli Stones nel 1964 , grande successo inglese. Il pubblico fa sentire a Marianne che si sente come dice il testo che conosce a memoria, triste perché il giorno è finito e la musica anche. Il bis prevede lo splendido, dolente brano del nuovo album Sing me Back Home, in cui si dice cantami ancora una canzone, prima che io muoia…
La sintesi di storia della musica americana , inanellata in Easy come Easy go, è un tributo alla varietà e bellezza della musica, che dal vivo risulta perfino più intenso e suggestivo. Un omaggio all’amore per il pentagramma ma soprattutto alle storie da narrare con animo poetico e voce matura, a tratti invecchiata, sempre più abile a creare atmosfere senza tempo e rivitalizzare brani storici con uno stile unico, intossicato e chiaroscurale.

Roberta Guiducci

Marianne Faithfull and her band :
Roger Eno, Rory McFarlane, Leo Abrahams, Kate St.John, David Coulter, Vincent Segal, Jack Pinter, Andy Nwemark.

TRACK LIST :

Times Square
Down from Dover
Children of Stones
Hold on Hold on
Solitude
The Crane Wife
Easy come Easy go
Broken English
In Germany before the War
Crazy love
Kimbie
Salvation
Dear God Please Help Me
Sister Morphine
Why D’Ya Do it ?
As tears go by
Sing me back home

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