Al Rose - My First Posthumous Release
(Al Rose)
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Al Rose è uno dei tanti artigiani della musica americana, uno di quelli che lavorano sodo per la sola passione senza pensare troppo al pubblico, alle vendite e al successo. Attivo nella scena musicale di Chicago ormai dal 1994, anno in cui debuttò con il suo primo disco, Al Rose ha continuato a sfornare dischi malgrado i risultati non abbiano mai ripagato i suoi sforzi. A cinque anni di distanza dal suo ultimo album Gravity Of Crow del 2003, arriva il suo quinto disco, My First Posthumous Release, disco che non è assolutamente postumo, dato che il buon Rose è vivo e vegeto, ma che già dal titolo lascia presumere una tagliente vena ironica. Ciò che sorprende sin da subito, durante l’ascolto, è l’interessante taglio letterario e musicale che Rose ha dato ai suoi brani, infatti si passa da spaccati orchestrali come nel caso della title track all’uso dei fiati di I’m Gonna Miss Me When I’m Gone fino a tornare al folk, il tutto condito da testi intelligenti e profondi intrisi di una pungente ironia. Il disco dopo una partenza assolutamente interessante finisce però per perdere la direzione, almeno dal punto di vista musicale, infatti si passano in rassegna generi diversi come il rockabilly di Haiku Blues o il country di Mud on Mud e Ruby Shade , o ancora il reggae sbilenco di All The Trains Are Gone, oppure si toccano testi di spessore come quello di Infectious Smile, senza che i disco sveli una sua personalità, un suo acuto. Nel complesso, dunque, Al Rose sembra lasciarsi sopraffare dalla sua arte, finendo per esserne vittima, peccati che sarebbero perdonabili ad un giovane ma per un cantautore esperto è difficile che esistano prove d’appello.

Salvatore Esposito