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The Felice Brothers – Yonder Is The Clock
(Team Love Records)
www.thefelicebrothers.com/index.php

Straight from the American countryside the Felice Brothers are back. For the most talented band of the US folk scene a new touching and introspective disc.

Due anni fa sorpresero tutti con la rude bellezza di Tonight At The Arizona, l’anno scorso hanno fatto il salto nel mercato indie con il loro disco omonimo, confermando le altissime aspettative. Da aprile 2009 i Felice Brothers, i nuovi campioni del genere “Americana”, hanno messo una nuova tacca sulla loro discografia. Yonder Is The Clock, come i due lavori precedenti, mantiene gli effetti lo-fi e una registrazione stile live (Memphis Flu, Penn Station) tipici di una travelin’ band, continuamente impegnata tra un festival country-folk e l’altro. Che qualcosa sia cambiato, però, si capisce dall’atmosfera introspettiva e quasi cupa che si percepisce da vari pezzi dell’album, già dalla splendida ballata di apertura The Big Surprise per passare alla dolce Katie Dear, al classico pezzo da chitarra e atmosfera Ambulance Man e alle cupe storie di vita di Buried In Ice e Sailor Song. Quest’ultima, gran pezzo con un intro al pianoforte dal sapore classico, riporta a tempi andati e rende l’idea della nostalgia, evidentemente uno dei temi portanti del disco. A spezzare l’onda emotiva dell’opera sta, a metà, Run Chicken Run. Un pezzo veloce, country, da festa rurale e tra i momenti di spicco dell’intero lavoro. Tuttavia è solo un attimo di pausa prima di passare a nuove ballate, a nuove storie. Solo l’urlata Memphis Flu riesce a trasmettere ancora la gioia di vivere, o forse la confusione causata dall’epidemia.
Alla fine del disco l’idea è che i Felice Brothers abbiano compiuto un passo di stabilizzazione, l’album di esordio era più intenso, più grezzo anche. Yonder Is The Clock sembra cristallizzato su un genere e uno stato d’animo ben precisi. Basta leggere il titolo, traducibile come “Quello là è l’orologio”, come dire che il tempo si è fermato e le storie e la musica non sono certo di questi tempi. La forza dei Felice Brothers è proprio questa, riuscire a fare una splendida arte perfettamente demodé. Se riuscissero a impiegare il loro enorme talento nella composizione di pezzi più elettrici, probabilmente le porte della fama gli si spalancherebbero definitivamente. Tuttavia la band si sposa a meraviglia con quei festival nel Kentucky a cui parteciperà d’estate, magari è proprio questo che li rende così autentici.

Matteo Vannacci

1. The Big Surprise
2. Penn Station
3. Buried In Ice
4. Chicken Wire
5. Ambulance Man
6. Sailor Song
7. Katie Dear
8. Run Chicken Run
9. All When We Were Young
10. Boy from Lawrence County
11. Memphis Flu
12. Cooperstown
13. Rise and Shine

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