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Basia Bulat – Heart of my own
(Rough Trade)
www.basiabulat.com

La carriera della bionda giovane canadese Basia Bulat giunge con Heart of my own al secondo capitolo discografico, che segna un importante passo avanti rispetto all'esordio di tre anni fa.
Il suo precedente “Oh, My Darling”, del 2007, l'aveva fatta conoscere come una giovane cantautrice folk più legata a certe atmosfere del folk inglese e nord europee che all'indie rock canadese. Un disco interessante da parte di un nuovo nome da tenere a memoria, ma ancora con qualche ingenuità e un po' naif.
Heart of my own è invece un album più a fuoco, più consapevole, intenso e maturo. Si attinge all'esempio di Fairport Convention e Incredible String Band contaminandolo con atmosfere celtiche e nordiche e con qualche leggera sfumatura pop. Dall' apertura di Go On alla più soffusa Sugar and Spice, dalla riuscita e grintosa Gold Rush all'andamento più tradizionale della title track Heart of My Own è un disco che mostra idee sia nella scrittura che nell'arrangiamento. Un percorso che ha portato Basia a trasformarsi dal folletto dell'immagine di copertina del disco precedente ad un'artista dall'identità più forte e definita.
Se è vero che è troppo presto per gridare al capolavoro, anche perché l'artista con questo secondo disco si è collocata su un percorso di netta crescita che si spera continuerà anche in futuro, Heart of My Own è una bella prova artistica.

Giulia Nuti

Go On
Run
Sugar and Spice
Gold Rush
Heart Of My Own
Sparrow
If Only You
I’m Forgetting Everyone
The Shore
Once More, For The Dollhouse
Walk You Down
If It Rains

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