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Intervista a Hubert Sumlin

Il settantaquattrenne Hubert Sumlin, di Greenwood Mississippi, é uno dei chitarristi Blues piu’ rispettati. Amico d’infanzia di James Cotton, é stato per circa due decenni con Howlin’ Wolf, fino alla sua morte nel 1976. Presente in innumerevoli dischi, sconta il fatto di non esser un vero cantante a differenza, per esempio, dei tre King, ma rimane uno dei fondatori della chitarra Blues contemporanea e come tale l’ispirazione di un numero impressionante di chitarristi.

PDB = Raccontaci della tua partecipazione al Crossroads Guitar Festival (mega riunione di chitarristi organizzata da Clapton a fini benefici, nd.r.).

HS = E’ stata un’esperienza fantastica; quello che piu’ mi piace, a parte la musica ovviamente, é che quando giro con queste grandi star del Rock’n’roll (allude a Clapton e Richards, n.d.r.) mi trattano proprio come uno di loro. E’ un lusso! E c’é un grande feeling tra tutti noi, siamo tutti amici, nessuno si dà troppe arie.

PDB = E’ stato in quell’occasione che il tuo ultimo album “ About Them Shoes” é stato concepito? A proposito, che cosa significa il titolo; non sembra in un inglese oxfordiano ....

HS = Parzialmente si’, ne ho parlato con Clapton che é uomo che conosce il Blues e che lo suona veramente bene. Volevo fare un disco che ricordasse i vecchi tempi di Muddy Waters, Willie Dixon, Howlin’ Wolf, insomma un omaggio ai padri fondatori del Chicago Blues. Il titolo vuol significare che abbiamo provato a metterci nelle scarpe di quei musicisti, di ripercorrere quei tempi. Ci sono anche altri musicisti, il mio buddy James Cotton, siamo cresciuti insieme in Arkansas, Levon Helm, e quell’ altro giovanotto (young man ...) ... Dave Johansen, poi Bob Margolin, Paul Oscher .... sicuro ne scordo qualcuno. C’é anche Keith Richards in “About Them Shoes”, abbiamo registrato a casa sua, é un uomo talmente gentile.

PDB = Avete pensato a “Woodstock Album” di Muddy Waters registrando “About Them Shoes”?

HS = Non direi, non specialmente a quel disco, ma Clapton parlava di un disco che ha fatto con Wolf tanti anni fa (Dovrebbe esser The London Howlin’ Wolf Sessions, MCA/Chess, 1971, n.d.r.).

PDB = Parliamo allora di Howlin’ Wolf.

HS = Tutti sanno che Wolf non era un tipo facile, ma escluso qualche momento difficile, siamo sempre andati d’accordo; mi riusciva anticipare i suoi desideri musicali, come se sapessi già quello che volevo suonare. Abbiamo passato più di vent’anni insieme, credo che abbia suonato con me più che con chiunque altro, la vita non é stata facile dopo la sua morte.

PDB = Passiamo a Willie Dixon, con il quale hai vissuto un’esperienza veramente unica.

HS = Io, Willie e Sunnyland Slim siamo stati i primi musicisti Blues a suonare oltre la cortina di ferro; fu una specie di scappatella dell’American Folk Blues Festival. Adesso sembra una cosa buffa a parlarne, ma a quei tempi suonare in un paese comunista (la Repubblica Democratica Tedesca, n.d.r.) era una cosa speciale, eravamo nel 1964 in piena guerra fredda. Alcuni avevano già suonato in Polonia, ma era un posto diverso da Berlino Est, dove ci trovammo noi tre. Per le strade c’era soprattutto molto silenzio e la nostra presenza sembrava non stupire nessuno; peraltro tutti erano molto gentili, avevamo con noi una signora che fungeva da traduttrice. Il problema maggiore fu cambiare i nostri dollari per comprare qualche souvenir, non che ci fosse molto da comprare ... C’era anche Clifton James alla batteria. Alla fine registrammo dei pezzi che sono usciti molto più tardi in America (Blues Anytime, Evidence Records, 1994).

PDB = Adesso fai anche l’attore?

HS = Vero, vero, ma anche nei film faccio il musicista! E’ stata una bella esperienza, me niente di nuovo visto che non faccio altro che suonare (Parla di Lightning in the Bottle, un film di Scorsese su l’Anno del Blues, e il DVD sul Crossroads Guitar Festival, n.d.r.).

PDB = T’abbiamo visto al Festival Blues di Lucerna, col gruppo di Bob Margolin e qualche altro vecchio amico.

HS = E’ stato bello suonare con James Cotton, Carey Bell, Willie “Big Eyes” Smith ... adesso non vorrei scordare qualcun altro! Dopo la mia malattia tanti mi sono stati vicini con il pensiero e con la preghiera e quando suono, riflettendo su questo, mi commuovo. Non finirò mai di ringraziare questa gente: tutte le volte che suono é come se rinascessi.

PDB = Qual é il disco tuo che preferisci?

HS = Nessun dubbio: Heart & Soul (Blind Pig, 1989).

(Intervista raccolta da Luca Lupoli, 11 gennaio 2005)




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