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Willard Grant Conspiracy: There But For The Grace Of God
(Gliterhouse/Venus)
wgc.hinah.com
There But For The Grace Of God, is a strange antology of first ten years of Willard Grant Conspirancy’s career. 17 tracks where can found five unreleased tracks, and some rare tracks from EPs. This album is a true importante surce for who had all of their album and a good introduction for who never listen their music.
I Willard Grant Conspiracy sono ormai una realtà ben delineata nel panorama alternative-country americano, e soprattutto sono diventati dopo ben nove anni di carriera e cinque album, un po’ il punto di riferimento per questo genere. La loro carriera seppur non eclatante dal punto di vista commerciale, non è mai stata avara di successi di critica, e questo soprattutto grazie la loro grande onestà intellettuale che emerge dalle loro ballate mai scontate eppure saldamente legate alla tradizione, che vede come riferimenti principali Bob Dylan e Neil Young. La band della coppia delle meraviglie Fisher-Austin così con There But For The Grace Of God, ci racconta lungo le 17 tracce la loro "breve storia", come giustamente recita il sottotitolo del disco e allo stresso tempo fa il punto della prima parte della loro carriera. Pur avendo l’aspetto di un greatest hits, non è assolutamente da considerarsi tale un po’ per la presenza di cinque inediti, un po’ perché il disco esamina con attenzione ogni parte della loro discografia, toccando anche i vari EP pubblicati. Le tracce di questa compilation, tutte rimasterizzate da Jeff Lipton, così ci presentano la completa evoluzione del loro sound che va dal neo-folk del disco di debutto, 3am Sunday @ Fortune Otto's del 1996 al sound noir dell’EP, Color Of The Sun del 1999, fino a tornare alle origini con In The Fishtank 8 del 2002 e Regard The End del 2003. L’unica nota negativa è la mancanza di una nutrita rappresentanza del gioiellino Everything's Fine, di cui sono presenti le sole Christmas In Nevada e Ballad Of John Parker. Nel disco trovano spazio anche alcune loro importanti collaborazioni di cui vale la pena citare quella con Chris Eckman e Carla Torgerson dei Walkabouts, Chris Brokaw, ed Edith Frost, quest’ultima ottima cantante texana. Insomma questo disco è perfetto sia per i completasti perché troveranno come detto alcune rarità rimasterizzate sia per chi non conosce la musica della band di Boston che avrà l’opportunità di avere una visuale completa della loro produzione. Se c’era bisogno di conferme, con questa raccolta i bostoniani Willard Grant Conspirancy, si candidano come paladini in Europa (incidono per la Glitterhouse e gli ultimi due album li hanno incisi in Slovenia) dell’alternative country e allo stesso tempo come ultimo baluardo del cantautorato di matrice folk. Che dire oltre che augurargli altri dieci anni così?
Salvatore Esposito
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