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The Di Maggio Connection: The Wildest Game
(AreaPirata)
www.areapirata.com
Nessuno ha ancora detto che città di grandi talenti chitarristici sia Firenze. Nel corso degli ultimi quarant’anni ha licenziato musicisti straordinari da Flavio Cucchi, oggi eminenza della Classica, a Tony Sidney, da Luigi Fiumicelli a Giovanni Unterberger, da Franco Falsini a Ghigo Renzulli per arrivare a Marco di Maggio, un nome che nel mondo è sinonimo del miglior genere rockabilly. Come sia possibile che all’ombra del Cupolone qualcuno suoni con il sapore del Nashville sound sulla punta dei polpastrelli non lo sveleremo certo qui ma vi assicuriamo che Marco è la punta dell’iceberg di un movimento che vede i musicisti italiani “leader nel settore“.
In “The Wildest Game “ Marco di Maggio conferma tutte le buone cose che si sanno su di lui e lo troviamo più a fuoco vocalmente e ben argomentato fra brani di radice differente che si alternano ai tredici originali della raccolta. In un disco che varia e sconfina in generi attigui, come il surf e lo psycobilly, Di Maggio continua imperterrito la sua marcia verso il definitivo riconoscimento internazionale. Conscio che dalla sua terra natale più di tanto non può ha da molto deciso di usare l’Italia come trampolino e di trattare l’Europa come una sola nazione, con risultati lusinghieri. Essendo, oramai, l’Europa di diritto la patria di questo stile rockabilly contemporaneo Di Maggio non ha bisogno di “far l’americano” e di questo si deve dar lui riconoscimento. Oggi con “the wildest game” ha una nuova, ottima, credenziale da mostrare e una buon asso da giocarsi; gli auguriamo anche un po’ di fortuna a questo punto (un film, una pubblicità, una soap opera, fare l’ospite in qualche tour che si rispetti) perché se lo merita veramente e ha tutte le carte in regole per essere un artista di più ampia recettibilità.
Ernesto de Pascale
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