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Jonesy – Sudden Prayers make God Jump…
(Night Wings Records)

Le ristampe stanno diventando un settore del mercato sempre più coltivato e considerato dalle varie etichette discografiche, specialmente da quelle indipendenti, e in particolare il genere progressive sta beneficiando di un trend di grande valorizzazione.
Questa volta a cimentarsi nella ristampa di alcuni rarissimi capitoli della discografia progressive è una etichetta di Padova, la Night Wings, che con voci in catalogo come i Jonesy o i Fuchsia ha riportato alla luce dischi veramente introvabili, tanto che anche il magazine inglese Mojo si è accorto del lavoro che l’etichetta sta conducendo. Un esempio, appunto, sono proprio i Jonesy. Costruiti attorno alle figure di John Evan-Jones e di suo fratello Trevor “Gypsy” Jones, i Jonesy sono una delle tante band del progressive inglese che per le circostanze sfortunate e la mancanza del giusto tempismo sono state travolte dall’ondata di rivoluzione musicale del periodo senza riuscire mai a cavalcare pienamente l’onda, raggiungendo qualche traguardo importante ma non riuscendo ad elevarsi oltre l’orizzonte delle cosiddette “band minori”.
D’altronde, non è facile misurarsi con il resto del mondo quando la concorrenza intorno porta nomi come Jethro Tull, Genesis, Pink Floyd, senza parlare di tutti quei gruppi che pur senza raggiungere il livello dei grandi colossi hanno conquistato posizioni di notorietà intermedia più che considerevoli.

Nel caso dei Jonesy è proprio il caso di parlare di circostanze sfortunate , dal momento che, oltre alle varie peripezie che hanno accompagnato la loro carriera, i master del loro ultimo e più completo disco, “Sudden Prayers make God Jump” , vennero rubati dallo studio di registrazione insieme a una manciata di strumenti di altissimo valore. L’album è un concept che ruota attorno alla storia di un malato psichiatrico, internato e poi finalmente considerato sano e “liberato”. La tematica di base, quindi, si rifà pienamente alla più classica tradizione progressive, dove la sottile linea di confine tra normalità e follia, o tra sogno e realtà, era una fonte di ispirazione all’ordine del giorno. E’ una linea di progressive che sposa sonorità sintetiche e canoni abbastanza classici, lasciando spazio a qualche parentesi vagamene jazzistica come in Running o a parentesi melodiche come Anthem, con la musica che, naturalmente, si sviluppa di pari passo e a commento del concept. “Sudden prayers make God jump” venne registrato nel ’74, periodo in cui molti dei canoni del progressive classico erano già stati tracciati e in cui non furono molti i gruppi a riuscire a sfondare per la prima volta sul mercato seguendo una linea di prog classico.
La grande breccia era già stata aperta da giovani straordinariamente talentuosi inglesi alla fine degli anni Sessanta, che ancora dominavano le scene e che si erano fatti conoscere qualche anno prima. Per il sogno musicale dei Jonesy la strada si prospettava quindi, allora, assai in salita. Forse più in salita di adesso, momento in cui la stampa di questo disco farà senz’altro venire l’acquolina in bocca ai collezionisti del genere, per i quali – si sa – scoprire la qualità della musica di gruppi poco conosciuti è sempre un’ indicibile soddisfazione.

Giulia Nuti



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