. |
Oasis
Oasis
6 febbraio 2006, Mandela Forum di Firenze
www.oasisinet.com
Oasis’s first venture in Florence: good but not unforgettable.
La prima sorpresa di un concerto degli Oasis la regala l’età media del pubblico, decisamente bassa. Da un gruppo definito obsoleto e ossessivamente tradizionalista ci si aspetterebbe un’audience più stagionata, non i tantissimi teenager che si sono radunati al Mandela Forum. Per conto loro gli Oasis sono quel che sono ed è inutile aspettarsi sorprese: Liam è sempre statico di fronte al microfono, la sua voce ormai consumata da fumo e alcool, Noel se potesse si nasconderebbe dietro la propria chitarra e gli altri tre si accontentano di tenere il ritmo, pazienza se uno di loro è quell’Andy Bell che a suo tempo ha scritto pagine storiche del rock inglese. Il concerto comunque non delude, la fiaccola trascinata dai Gallagher è quella del rock’n’roll inteso nel suo senso più celebrativo, che diventa tutt’uno col pubblico e lo rende parte attiva della festa. “People’s Band”, “il gruppo della gente” erano a suo tempo chiamati, e solo in questo contesto è possibile capire perché. Piace però che siano stati completamente accantonati gli album della crisi e che a far la parte del leone siano chiamati i classici Definitely Maybe e (What’s the Story) Morning Glory, più l’ultimo Don’t Believe The Truth, che a giudicare dall’accoglienza riservata a The Importance of Being Idle e Turn Up The Sun è stato vissuto come il classico ritorno di forma.
Ma, per quanto buone siano le ultime canzoni, e per quanto sia buona la cover conclusiva di My Generation, Liam e Noel dicono tutto quel che c’è da dire con pezzi come Live Forever, Bring It on Down e Don’t Look Back in Anger, veri inni degli anni ’90 che infiammano facilmente la platea. Tutto ciò che viene dopo è una semplice rimasticazione, e conferma che gli Oasis sarebbero diventati una leggenda se dopo Definitely Maybe si fossero sciolti, se tutto fosse rimasto una fiammata come tante ce ne sono state nella storia del rock. Non è stato così, l’eccezionalità è divenuta una routine piuttosto grigia e vederli all’opera dopo tutti questi anni regala sì il conforto di sapere che certe canzoni hanno ancora importanza, ma è anche frustrante come accanirsi ad inseguire la memoria di un primo amore che non tornerà mai più.
Bernardo Cioci
tutte le recensioni
Home - Il Popolo del Blues
NEWSLETTER
|
. |