. DVD - Bob Dylan - 1975-1981 Rolling Thunder Revue & Gospel Years

DVD
Bob Dylan - 1975-1981 Rolling Thunder Revue & Gospel Years (Unauthorized documentary)
(Highway 61 Entertainment)
www.highway61ent.com

Bob Dylan - 1975-1981 Rolling Thunder Revue & Gospel Years

Rolling Thunder & the Gospel Years is a very interesting documentary focusing on crucial five years in the life of Bob Dylan. It includes almost no footage of Dylan and none of his songs are on the film's soundtrack, but there are a lot of interviews with people and musician that worked closely with him in those years. Cheap product.

Un documentario su Bob Dylan senza le sue canzoni ma con una cover band impegnata nel commento musicale sarebbe davvero da scartare a priori ma nel caso dei documentari della Highway 61 Entertainment, è necessario, anzi bisogna fare un eccezione. Joel Gilbert, interprete e studioso dilaniano di fama mondiale e ideatore della Highway 61 Ent., ha alle spalle già due documentari “1966 World Tour Through The Camera Of Mikey Jones” e “1966-1974 World Tours Through The Camera Of Barry Feinstain”, entrambi molto apprezzati per le affascinanti raccolte di immagini e interviste inedite da concerti e backstage, nonostante la colonna sonora fosse opera proprio della sua band gli Highway 61 Revisited. Il terzo capitolo di questa particolarissima serie di documentari, purtroppo non autorizzati, ripercorre un quinquennio fondamentale per l’intera carriera artistica di Bob Dylan ovvero la Rolling Thunder Revue, il particolarissimo tour mondiale del 1978 e i Gospel Years, questi tre periodi sono diventati i tre capitoli del Dvd e ognuno di essi offre una panoramica dettagliatissima di ogni evento. La formula usata è più o meno la stessa dei precedenti ovvero: foto e filmati inediti a cui fanno da sottofondo interviste esclusive, piccole sorprese e una gustosa colonna sonora degli Highway 61 con ospiti speciali per l’occasione Bruce Langhorne alla chitarra, Scarlet Rivera al violino, Rob Stoner al basso e la corista Regina McCrary. Questo nuovo documentario Si parte alla grande con il 1975 ovvero la Rolling Thunder Revue ed in particolare con la prima intervista dopo trent’anni a Rubin Carter, a cui Dylan oltre alla magnifica Hurricane dedicò insieme alla sua carovana zingaresca ben due benefit concerts noti come "The Night of the Hurricane I-II". Il famoso pugile ripercorre la sua triste vicenda giudiziaria ma soprattutto mette ben in evidenza tutta l’opera di sensibilizzazione che fu fatta da Bob Dylan proprio nel periodo in cui tutti sembravano ormai averlo condannato. Seguono poi altre interviste succulente come quelle a l’occasione Bruce Langhorne, Ramblin' Jack Elliott, alla violinista Scarlet Rivera, che forgiò il sound tex-mex di Desire e della Rolling Thunder Revue e al bassista e leaderband Rob Stoner che fu al fianco di Dylan fino al 1978. Non meno interessante è poi ciò che racconta la moglie di Jacques Levy sia a proposito di Joey dedicata al mafioso Joey Gallo sia al film Renaldo and Clara. Meno approfondito è il secondo capitolo dedicato al tour mondiale del 1978 di cui è rimasto davvero pochissimo avendo Dylan stesso fatto distruggere ogni cosa e soprattutto ripudiato anche di relativo disco dal vivo Live At Budokan, tuttavia viene fornita una bella chiave di lettura del processo di evoluzione sonora che ha condusse poi il cantautore americano ad incidere Slow Train Coming. A fare luce su quelle session che videro protagonista un giovanissimo Mark Knopfler come session man sono le interviste al produttore, il mitico Jerry Wexler, alla corista Regina McCrary e al celebre tastierista Spooner Oldham. A completare il quadro dell’evoluzione gospel-rock e della relativa conversione al Cristianesimo dei Born Again Christian sono le interviste inedite al Pastore Bill Dwyer che fu insegnante di teologia biblica di Bob Dylan e a Joel Selvin del San Francisco Chronicle. Le sorprese però non finiscono qui perché ad un certo punto appare anche Bob Dylan in un intervista inedita rilasciata a Pat Cosby per la KDKA TV nel 1980. Insomma le quattro ore di questo documentario, seppur assolutamente non ai livelli di No Direction Home, ne rappresentano l’ideale seguito in quanto ne riprendono il filo logico e lo spirito.

Salvatore Esposito

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