. Tom Rigney - A Blue Thing

Tom Rigney - A Blue Thing
(Parhelion Records 50015 – 2004 – USA)


A recording that steps outside any Blues established frame offering haunting melodies and gracefully syncopated swings by violin-maestro Tom Rigney. The quality of the numerous experienced luminaries assembled here by Rigney is simply astonishing and the result is a wide array of stylistic approaches mastered with invigorating elegance. A real treat for your ears!

I talentuosi al violino, in questa categoria s’iscrive Tom Rigney, sono sempre di più ricercati nella musica popolare, specie dopo la scomparsa di alcuni musicisti come Papa John Creach e Clarence “Gatemouth” Brown che consegnarono tale strumento anche alla storia del Rock e del Blues. Nonostante altri violinisti di grandissimo talento nella musica americana, Vassar Clements, Don “Sugarcane” Harris, forse il meno apprezzato dal grande pubblico, il violino rimane strumento raro da trovare nell’incisioni d’oggi, la cui presenza fosse quasi fosse una stravaganza dettata da un’alzata d’ingegno improvvisa. Tom Rigney si propone naturalmente come un artista fuori dal comune, all’incrocio tra tanti generi ed influenze musicali, come lui stesso ammette e in questo CD, che vorrebbe esser una celebrazione bluesistica del violino, Rigney spesso sconfina in territori lontani dal Blues. E’ probabilmente la presenza di molti musicisti, peraltro eccellenti, non dedicati anima e corpo al Blues che fa scivolare la musica verso un intrattenimento d’alta classe che non un disco di Blues vero e proprio. Manca insomma una coerenza interna all’opera riscattata appunto dalla qualità dei musicisti presenti – tra gl’altri Bob Brozman, Anthony Paule, Norton Buffalo, Roy Rogers, Danny Caron, Jim Rothermel, Caroline Dahl – che fanno di ogni pezzo una specie d’exploit singolo.
Beninteso Rigney é sotto i riflettori sovente, ma con tali e tanti artisti c’é sempre un grande assolo dietro all’angolo, un momento privilegiato, un’ispirazione costante anche in pezzi straconosciuti come “House of the Rising Sun” e “St. Louis Blues”. Anthony Paule s’illustra particolarmente nell’iniziale “Lunch with Satan’s Grandma”, Roy Rogers alla slide in “Gate’s on the Heat”, Brozman alla steel acustica in una struggente versione di “Wayfaring Stranger” insieme a Norton Buffalo all’armonica. Un disco che non deluderà gl’amanti del violino, di fulminanti prestazioni, d’un suono particolarmente eterogeneo col piano saltellante di Caroline Dahl che tiene sveglia l’attenzione anche nei passaggi più intimistici.

Luca Lupoli

Track list

Lunch with Satan’s Grandma
Blow Away My Blues
The Blue Hour
Hold Me Tight
Deep River Blues
Gate’s on the Heat
Wayfaring Stranger
Don and Dewey
Gator Boy
House of the Rising Sun
That Nasty Swing
St. Louis Blues
Baby Please Don’t Go

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