One of the few true real original talent of american folk music of late 60s left is back with a strong and convincing intimate album
Personaggio fuori degli schemi Janis Ian: grande cantautrice compone canzoni stringate, dal tono personale e dalla strumentazione sempre semplice ed essenziale. Nessuno, però, parla mai di lei, nessuno ricorda il suo primo successo, “ society’s child”, ottenuto a soli 16 anni, nessuno che le paghi un doveroso tributo, nessuno che la inserisca fra le più influenti cantautrici degli ultimi decenni.
E pensare che senza Janis Ian, Suzanne Vega sarebbe ancora la cameriera con la chitarra a tracolla dei tardi settanta al Cornelia Street Café nel West Village di New York City, oppure vale la pena ricordare che senza di lei, Paul Simon non avrebbe mai raggiunto il raffinato fraseggio da native newyorker, lui che aveva viaggiato fino in Gran Bretagna pur di ricordare i bardi inglesi. Anche la grande Laura Nyro dovette fare i conti con la talentuosa Janis Ian alla pubblicazione di “society’s child” che con la sua sinuosa razionalità rischiò di oscurare alcune delle più belle canzoni della Nyro dei tardi sessanta.
Per la Ian, le canzoni sono un giornale di bordo, la descrizione della vita, l’occasione per riflettere. Ecco allora tornare a galla l’impegno politico, le pagine femministe, la coscienza sociale, gli antichi principi radicali e quelli della riflessione e del rimettersi in gioco.
Janis non ha mai interrotto la sua attività e adesso vive a Nashville da dove gestisce la quasi quarantennale attività. Il suo più recente album è pieno di belle canzoni: l’iniziale “Danger danger” stabilisce l’entità ed il grado del groove, sempre costante con i bellissimi arpeggi circolari della Ian, sua caratteristica da sempre. In “Life is never wrong”, un brano dal bel tono blues che ammonisce sulle difficoltà della vita da non prendere mai sotto gamba mentre “ all those promises” è fra le più canzoni d’amore ascoltate negli ultimi anni, disarmante per la sua semplicità, ancora più bello se pensate che Janis Ian non è più una ragazzina né un’esordiente. La successiva “standing in shadow of love”, brano dai toni rhythm & blues acustici a cui potrebbero aver attinto in tanti, da Stevie Winwood a Jono Manson, ha il ruolo di rimettere il disco “ in carreggiata”, ottemperando in pieno al compito.
Questo brano la porta a una lunga sequenza di canzoni intimiste che stabilizzano il disco, senza mai farlo cadere di tono fino alla conclusiva “Folk is the new Black” vero hotennay contemporaneo in cui compaiono di Cisco Houston e Woody Guthrie, bellissima conclusione corale a un piccolo grande disco.
Ernesto de Pascale
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Track list
Danger Danger
The Great Divide
Life is Never Wrong
Jackie Skates
All Those Promises
Standing in the Shadows of Love
The Drowning Man
Crocodile Song
The Last Train
My Autobiography
Home is the Heart
Shadows on the Wind
Haven't I Got Eyes
Joy
Folk Is The New Black |