. Richard Julian - Slow New York

Richard Julian - Slow New York
(Manhattan/ Emi)
www.richardjulian.com



Great album, great title, this year” still crazy after all these years”!!!

Con “Slow New York” siamo nell’area musicale appartenuta precedentemente ai grandi cantautori newyorchesi dei settanta. Raffinatezza, grooves leggeri ma radicati, che non scappano via, produzione appena abbozzata ma presente.
Dalle prime note di “Slow New York” di Richard Julian la mente corre a “Still crazy after all these years” di Paul Simon.
Richard Julian ha però qualcosa in più o, almeno, di diverso da Simon; intanto questo disco non è il suo primo ma l’affermazione di un talento sulle scene almeno da un quinquennio, importante parte nella costruzione della carriera di Norah Jones che da sempre interpreta canzoni di Julian.
Nella musica di Richard c’è poi un bel po’ di California, di Jackson Browne ma anche del primo Randy Newman, due nomi che non hanno mai disdegnato di essere chiamati in causa quando si sente parlare dell’autore di “Slow New York”.
Ecco poi apparire al completo la nuova scena cantautorale della Grande Mela per contribuire alla realizzazione di “Slow New York” con tutti i suoi emigrati come Jim Campilongo, un personaggio del quale ci siamo occupati su queste pagine già molti anni fa, musicista proveniente da San Francisco, e con lui il suo trio al completo.
Brillano inoltre nel disco il bassista e co produttore Brad Jones che divide il quattro corde con il bravissimo Tim Luntzel, straordinario in “ Cold Grey Sky” e “Cheap Guitar” a tenere stretto il groove; in quest’ultimo brano Tony Scherr suona la slide ricordandosi della lezione di David Lindley nei dischi di Brother Jackson ma, come biasimarlo?
Richard Julian è destinato a fare strada, si ascolti “Photograph” con il suo misurato arrangiamento guidato dal violoncello, o la successiva “Making movies” in cui fa capolino country & blues nella stessa canzone ma trattati con il gusto del cantautore erudito, quale Richard Jilian.

Ernesto de Pascale

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