A new generation of Allman's family is growing. But it needs to grow more...
Dopo una serie infinita di concerti in giro per gli Stati Uniti ed una intelligente campagna promozionale, finalmente approda nei negozi il primo lavoro di Devon Allman, figlio di Gregg Allman, e dei suoi Honeytribe.
Chi, come il sottoscritto, ha conosciuto Devon Allman, può ben testimoniare delle qualità umani del personaggio e della sua voglia di essere indipendente dalla figura paterna e dalla Band a cui tutti sono portati a pensare in virtù di un cognome così importante nella storia del rock.
Ma Torch non è un capolavoro, diciamolo immediatamente e senza ipocrisie.A dispetto delle esibizioni live in cui gli Honeytribe dispensano fuoco e fiamme, la resa su cd è opaca, non brilla.
A tratti è un cd bello da ascoltare ma non è un cd che crea interesse, curiosità. E questa è una pecca grave. La Band ha un tiro eccellente e lo si sente, alcuni episodi come "Mahalo" e la tiratissima "Why you wanna bring me down" fanno realmente la differenza con il resto del cd ma purtroppo sono e restano tante le cose che non quadrano in un'opera prima dalla quale era lecito attendersi molto di più.
Un'opera prima dovrebbe tracciare una linea, dare una direzione, fornire a chi ascolta un vero e proprio biglietto da visita.
Con "Torch", invece, siamo nella terra della confusione. Sicuramente l'imprinting è quello dei sixties, lo testimonia la già citata "Mahalo"
nella quale echi di "All Along the Watchtower" (nella edizione hendrixiana) si incrociano con atmosfere che rimandano al primo Santana, ma tutto ciò potrebbe essere mai sufficiente? Alla fine del cd ci si chiede, giustamente, quale sia il margine di distinzione tra gli Honeytribers ed una delle tante anonime e sciapite jam bands. Che senso ha - ad esempio - inserire una cover di "No Woman No cry"? (che - va sottolineato - non aggiunge nulla alla versione originale, anzi...).
Qui, ripeto, ha purtroppo regnato la confusione anche se la materia prima è comunque eccellente: le ballads (su tutte When I Call Home) fanno ben sperare nella capacità di songwriting del giovane Devon, gli strumentisti sono di prim'ordine (oltre alla chitarra di Devon, menzione speciale per Mark Oyarzabal alla batteria).
Ci si augura soltanto che le prossime uscite discografiche siano diverse e che Devon Allman sappia navigare la prua degli HoneyTribe verso una direzione più precisa. Del resto, con un cognome così, potremmo mai negargli una prova d'appello?
Giovanni de Liguori
1. Torch
2. Mahalo [Instrumental]
3. No Woman, No Cry
4. When I Call Home
5. Perfect World
6. Mercy Mercy
7. Something I Know
8. Heaven Has No Mercy
9. Why You Wanna Bring Me Down?
10. 511 Texas Avenue [Instrumental]
11. Nothing to Be Sad About
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Track list
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