Morblus - I Can’t Go Wrong
Viola Pop – Self
www.morblus.it

A good album, if only the singer didn’t sound too much Italian.

È difficile recensire un disco come quello dei Morblus, la band di Roberto Morbioli, chitarrista blues ma non solo, che si è costruito negli anni una carriera di tutto rispetto fatta di progetti solisti, collaborazioni illustri (Massimo Bubola, Treves Rudy Rotta, John Mayall, Nathan East per nominare solo alcuni nomi) e tanti concerti in lungo e largo per l’Italia, L’Europa e l’America. La difficoltà sta proprio nel dover decidere se il curriculum dell’autore del disco deve in qualche modo contribuire al giudizio sul disco o se ‘I Can’t Go Wrong’ deve essere giudicato per le sue 14 canzoni e basta.

Se da una parte questo disco più lo si ascolta, più svela i suoi lati positivi soprattutto nelle canzoni più lente e soul come ‘What’s It To You’, ‘Man Of Snow’ o la title track, grazie all’ottimo lavoro in sede di arrangiamento che evidenzia il gusto e la sensibilità di Daniele Scala all’ Hammond e Fender Rhodes, dall’altra si è spiazzati dalla pronuncia maccheronica e dai testi approssimativi che contraddistinguono ogni brano cantato del disco. Non stiamo dicendo che Roberto Morbioli canti male, anzi, la sua interpretazione è sentita e rimanda spesso alla verve di Graziano Romani, ma è la sua pronuncia che penalizza canzoni come l’opener ‘Jungle Night’ o la scanzonata ‘I’ve Been A Fool’, rendendole “provinciali” quando in realtà non lo sono.

Spiace davvero dover sottolineare un particolare che particolare non è in un disco che per qualità compositiva e sonora varrebbe molto, ma forse è proprio per questo che lo facciamo, per spronare a superare un limite superabilissimo e che renderà la Morblus davvero una band dall’appeal internazionale.

Jacopo Meille