What a surprise! Belinda afford french classics in a powerful way
Belinda Carlisle interprètes avec passion et puissance la chanson française
In copertina mostra tutta la sua avvenenza. Ma tralasciando l'aspetto fisico è quando viene messo il lettore nel Cd che ci leviamo tanto di cappello. Perché Belinda Carlisle, californiana che proviene dall'esperienza delle Go Go's (gruppo tutto al femminile di derivazione beat) e da una carriera solista legata a dischi dal carattere pop, anche se ben costruiti e gradevoli, è tornata al lavoro affrontando la canzone francese. Una sfida difficile perché non solo ha scelto autori noti, ma anche brani altrettanto noti che portano con sé il Dna di confronti che possono essere impietosi, specialmente con l’originale. Eppure questo disco coniuga un’innegabile passione con il lavoro (coadiuvata da Brian Eno e guidata dal produttore e percussionista John Reynolds) e quindi consigliamo vivamente di ascoltarlo. Perché se da una parte Ne me quitte pas di Jacques Brel può essere meno affascinante per il timbro vocale di Belinda completamente diverso da quello di Brel, ecco che Avec les temps di Léo Ferré mantiene intatto il suo senso di canzone malinconica e di grande espressività. Forse in momenti più riusciti sono le due cover di Serge Gainsbourg (Bonnie e Clyde, resa nella sua chiave grottesca, e Contact) e Pourtant tu m’aimes di Françoise Hardy perché calati nelle sonorità odierne fatte di campionamenti pur rimanendo sostanzialmente fedeli all’originale. La vie en rose ricorda invece un po' troppo la “disco” anni '70. A tutto ciò si accompagna una grafica ammiccante, con la B di Belinda uguale a quella della storica etichetta Barclay e con pubblicità d’epoca di digestivi e pastiglie di Vichy. E per i collezionisti c'è un'edizione limitata di un secondo Cd con quattro dei brani in inglese.
Michele Manzotti
La mia sfida? Un atto d'amore
Intervista a Belinda Carlisle
L'album è una sorpresa se pensiamo al periodo delle Go-Go's e alla sua carriera solista. Come è nato il progetto?
«Ho una casa in Francia e ho passato molto tempo ad ascoltare musica di questo paese alla radio e su disco, apprezzandone poi le icone musicali. Anni fa al Midem di Cannes mi fu chiesto di tornare a fare dischi, ma non avevo voglia di ripetere cose che avevo già fatto. Poi improvvisamente, istintivamente, ho avuto l'ispirazione di intrepretare i classici francesi. Non sapevo nemmeno da che parte iniziare, comunque avevo deciso che se andava male non mi sarei preoccupata. In studio di registrazione ho fatto tre demo con il mio produttore. Secondo noi funzionavano e così abbiamo continuato».
Tra gli autori che lei ha scelto c'è Serge Gainsbourg con due canzoni. Cosa l'ha attratta di questo artista?
«L'ho incontrato venti anni fa quando lavorava con Vanessa Paradis. Ho apprezzato la sua capacità di songwriter anche se non conoscevo tutta la sua produzione, ma l'ho trovato molto interessante oltre che divertente. Negli anni ho voluto ascoltare la sua musica, comprando i dischi, ma anche leggendo i libri su di lui tra cui alcuni veramente interessanti. Era una persona e un artista incredibile. Ho scelto due brani che potevano dare una caratteristica diversa al mio album, specialmente Contact che a parer mio ha un'anima punk. Anzi, ritengo sia stato il primo punk, con la sua produzione negli anni '60».
Indubbiamente questo album appare una sfida. E' stato grazie al suo amore per le canzoni scelte? Pensiamo a Ne me quitte pas e Avec le temps che sono conosciutissime.
«Sicuramente era una sfida perché non avevo mai cantato brani di questo genere. Io penso che certe canzoni vadano cantate da persone che abbiano una certa esperienza di vita. Ritengo di avere avuto a mia volta una vista molto interessante e quindi posso affrontare e calarmi in certe emozioni. Inoltre è stata anche una sfida per la mia voce: le canzoni scelte in fondo sono molto semplici, anche in questa produzione. E questo ha reso il compito molto più difficile. Alla fine è un album che amo molto e forse il brano che preferisco è Avec le temps».
Non è facile per un'artista straniera affrontare un mercato e un repertorio come quello francese
«Sono partita in modo molto determinato per portare a termine questo progetto. Ho comprato un sacco di musica, ho avuto tanti consigli da amici francesi, ho scelto classici che magari altri non avrebbero mai toccato. E' stato un progetto nato dal cuore, senza pormi il problema di chi l'avrebbe mai ascoltato o se avrei venduto i miei spettacoli. Però ritengo di avere un buon orecchio e il produttore John Reynolds ha saputo trovare il senso di questa operazione mettendo arrangiamenti che sono molto attuali, pur mantenendo integre le strutture dei brani».
Chiudo con una curiosità che riguarda il suo passato. In un suo noto album Heaven on Earth, dal chiaro stile pop, lei inserì una cover di un brano rock come I feel free dei Cream. Coma mai?
«A volte nello studio di registrazione succedono cose strane. Talvolta si provano cose che funzionano o meno e alla fine con I feel free venne fatto un buon lavoro. La versione originale del brano d'altra parte è fantastica e la mia... sicuramente un po' meno fantastica».
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Track list
Ma jeunesse fout le camp
Bonnie et Clyde
Avec le temps
Sous le ciel de Paris
Des ronds dans l'eau
Pourtant tu m'aimes
Ne me quitte pas
La vie en rose
Contact
Merci Cherie
Jezebel
(Cd 2 in edizione limitata)
I still love him
La vie en rose
Bonnie and Clyde
If you go away
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