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Catherine Feeny- Hurricane Glass
(Tallgrass)
www.catherinefeeny.com

Singer/songwriter in the best Laurel Canyon’s tradition but with an english feel or viceversa. Good and intense effort, very intimate and meditative. Excellent for winter days’ deep toughts and reminiscing lost lovers

Il rischio per Catherine Feeney - secondo album, riuscita ben più matura del precedente, promozionata sul mercato come se fosse al suo esordio - è quello di non essere presa abbastanza sul serio da un pubblico di iniziale riferimento, quello inglese, che la potrà facilmente vedere ed inquadrare a metà strada fra le mitologiche Tracy Thorn, Kate Bush, Tori Amos e le più nuove Beth Gibbons, Nerina Pallott, Kathrine Polwart.
Rischio che la Feeney deve però intraprendere se vuole farsi spazio: in “Hurrican Glass “infatti le cose migliori sono quelle quando la cantautrice ripercorre sentieri conosciuti, come il brano che dà il titolo all’album e pare uscito dal canzoniere della prima Rickie Lee Jones o come in “No Reply”, canzone acustica “all’americana”, in stile, cadenza strumentale, incedere vocale con tanto di note blues e glissati. Non è un caso che l’album sia realizzato in parte a Los Angeles e l’influsso di quel cantautorato si fa sentire decisamente, togliendo un po’ di aplomb inglese e dando un po’ di west coast looseness all’intero progetto.
Si comincia bene in “Hurricane Glass”, con gli archi che ti avvolgono ben bene in “Touch Back Down“ per accompagnarti in un viaggio musicale congruo e senza sbalzi lungo quaranta minuti. E quando si arriva in fondo si pensa di aver ascoltato l’ascoltabile mentre è lì che scatta la sorpresa con la conclusiva, intimistica. “Forever”, davvero bella, conferma che questo disco ha qualcosa dentro che viene su piano piano.
E se volete conferma delle qualità di Catherine Feeny scorrete avanti sullo stesso brano per quattro minuti circa e troverete una ghost track acustica, chitarra e voce, che potrebbe provenire dall’esordio di Joni Mitchell o poco distante. E’ a questo punto che i dubbi salgono al pettine come nodi richiedendo all’ascoltatore scrupoloso un altro ascolto, una verifica, un approfondimento. Sarà questo il miglior tributo che potrete far a un disco apparentemente incerto che si solidifica però ascolto dopo ascolto per imporre la coerenza e una certa serena autorevolezza di una cantautrice da tenere molto d‘occhio.

Ernesto de Pascale

Track list

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