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Findlay Brown - Separated by the Sea
(Peacefrog)
www.findlaybrown.com
www.myspace/findlaybrown

Excellent debut by a new english trobadour looking for a quiet revolution

Debutto eccellente quello del londinese Findlay Brown. Il cantautore incrocia armonie vocali alla Crosby & Nash con una musicalità perversamente britannica che lo riconduce al Ralph Mc tell di “streets of london“, mentre la musica acustica originale che Brown ci presenta in forma canzone si mischia con una concezione più esoterica e psichedelica di un folk acido e maturo.
“Separated by the Sea” è un album che potrete difficilmente credere venire dalla penna di un esordiente; Findlay ha confidenza con la musica che scrive e come la dispone su disco. In dei momenti ricorda i Magna Carta per smentirci un attimo dopo e riaffermare la sua originalità. Nell’album spiccano i momenti in cui Brown abbraccia un certo gusto arcaico da cantautore primi anni settanta, sotto la guida egida del produttore Simon Lord, ma distaccandosene immediatamente (come nella lunga “Down among the dead men “ o in “Don‘t know i love you“).
Findlay Brown è poi bravo a fare quasi tutto da solo, dimostrando di avere le idee chiare e l’uso dell’orchestra qui e lì aumenta il carattere malinconico come in “The Lonliness i fear” che riporta al primo album di Bill Fay. Particolarmente bella “Come Home “ con una pedal steel al posto dell’intera orchestra.
L’esperienza del primo Donovan torna sommessamente a galla e un certo senso di piacevole troubadorismo alla Simon & Gurfunkel prima maniera, se da una parte fa sorridere, dall’altra, induce a avere un orecchio di riguardo per un esordiente che si presenta quietamente e che visto dal vivo convince come su disco e conferma la scommessa di un manager e di un editore in un’epoca dove si investe pochissimo per i nuovi artisti.

Ernesto de Pascale

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