Furtado hasn’t washed his hands in Muddy Waters yet and sounds like he needs some extra rough time for deepening his credibility
Intorno al texano Tony Furtado si è cantata vittoria troppo presto: giunto al terzo album “Thirteen”, si è cercato di descrivere il giovane come il nome che avrebbe cambiato il cantautorato alternativo americano, ma basta ascoltare un paio di canzoni del nuovo album e magari la cover acustica di “Won’t Get Fooled Again” e capire che Furtado è troppo costruito e indirizzato nelle scelte. Non che non sappia scegliere da solo ma la sensazione è vaga soprattutto quando le cover scelte, “Prodigal son” dei Creedence Clearwater revival, ”Take me to the Pilt” di Elton John oltre alla citata cover degli Who, ce lo fanno ascoltare con orecchie diverse come se Furtado desiderasse, pur giovane, far colpo su generazioni che quelle canzoni le hanno vissute sulla propria pelle e non facendo trasparire invece una reale necessità di cantarle ai suoi coetanei (peraltro gli Who hanno in un gruppo rock come i Perl Jam i migliori nuovi esecutori).
Quindi, musicalità indiscussa, bravura strumentale al massimo livello ma niente di quello per cui viene presentato. Forse Furtado deve solo sporcarsi ancora un po’ le mani nella acqua melmosa e vedere il fondo per risalire.
Ernesto de Pascale
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Track list
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