Keith Miles is a good talented songwriter that mixes blues, country and swing with some rock ‘n’ roll undertones and a few dashes of Leon Redbone thrown in for good measure. His new album What it was they became is a good collection of songs.
La storia di Keith Miles è uguale a quella di tanti cantautori che, pur facendo nella vita lavori completamente diversi, per anni hanno composto canzoni nell’anonimato e all’improvviso hanno poi deciso di pubblicare il loro disco di debutto, nonostante non fossero più nemmeno tanto giovani. Miles era il leader dei Crows una string band della scena musicale dello stato del Virginia, e nei momenti liberi si divertiva a comporre canzoni e a suonarle nel suo salotto. Pur non avendo mai abbandonato il suo lavoro di addetto alle pubbliche relazioni per il Congresso, già a metà degl’anni novanta, scrisse insieme all’amico di sempre Jack Sundrud alcuni brani per i Great Plains e per la bellissima Homeland per Kenny Rogers, ma solo negl’ultimi anni è emerso il desiderio di realizzare un suo album come solista. E’ nato così What it was they became, un disco dai tratti acustici ispirato tanto da John Prine quanto da Guy Clark e Hoagy Carmichael. Prodotto dallo stesso Jack Sundrud, l’album all’ascolto risulta particolarmente godibile e a tratti anche affascinante soprattutto quando il songwriting di Miles incontra lo storytelling degli Appalachi. Ad aprire il disco è la bellissima Hickory Tree, che cattura l’ascoltatore per il suo ritmo e per la sua bella linea melodica guidata dal violino, seguono poi brani di ottima fattura come il talkin’ blues di Nolichucky Idyll, la swingante I Walk When I Have To e la bellissima Indiana Eyes. Di non minor valore sono anche l’elegante Highway 81, la folk ballad Liars e la sontuosa This Face, ma è con Mason Dixon Line che il disco trova il suo vertice in un brano in cui il sound dei Poco sembra incontrare il cantautorato evocativo di John Prine. What it was they became è un disco composto, suonato e cantato con il cuore, a volte per fare un bel disco basta semplicemente abbandonarsi e seguire le proprie passioni. Keith Miles ci è riuscito.
Salvatore Esposito
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Track List
1 Hickory Tree
2 Job to Do
3 Nolichucky Idyll
4 Highway 81
5 I Walk When I Have to (but Mostly I Like to Drive)
6 Sometimes Santa Fe
7 Liars
8 Just Dropped In
9 Indian Prayer
10 Mason Dixon Line
11 This Face
12 Girl With Indiana Eyes
13 Finaletry this |