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SPECIAL

Chuck Norris: il combattente, l’attore, il cult.
Storia di un personaggio tipicamente americano e una domanda, sarà la prossima stella della politica Repubblicana?

Questa è la storia di un bambino di nome Carlos Ray, nato il 10 marzo 1940 nella vasta Oklahoma, grande 9 volte la Toscana, con meno abitanti, ricordata nel mondo per le catastrofiche tempeste di sabbia e per quelli che sono considerati i contadini più bifolchi d’America.
Un bambino come tanti, mingherlino, timido e con voti a scuola spesso scadenti. Un bambino americano come tanti, di madre irlandese e padre cherokee poi divorziati.
Un americano come i tanti che perdono in Vietnam i propri fratelli.
A togliere Carlos Ray dall’anonimato, tuttavia è solo una cosa, una svolta, di quelle che segnano l’esistenza. Nel 1958 Carlos Ray è arruolato nell’aviazione americana, l’avrebbero potuto mandare a Berlino e oggi sarebbe un pensionato di 67 anni con una vecchia esperienza là dove la cortina di ferro era più spinosa.
Nel 1958, invece, viene spedito in Corea del Sud. Qui, nella noia di un confine ormai invalicabile, scopre le arti marziali orientali e il bambino mingherlino dimostra inaspettatamente un grandissimo talento. Deve combattere ora, e serve un nome da battaglia. Carlos Ray Norris diventa, per sempre, Chuck Norris.


10 anni dopo Chuck è campione americano di karate, lo resterà, imbattuto per sei lunghi anni. In questo periodo dedica anima e corpo alle arti marziali, crea un proprio stile, il Chun Kuk Do, e diventa una valida spalla del maestro incontrastato del genere, quel Bruce Lee che cinque anni dopo se ne sarebbe andato in circostanze mai chiarite.
Le porte del cinema tuttavia si aprono definitivamente anche per Chuck che, su consiglio dell’amico Steve McQueen, nel 1973 abbandona il ring con 65 vittorie e 5 sconfitte all’attivo.

In seguito a vari ruoli, nessuno veramente storico, Norris trova la propria consacrazione in un telefilm come tanti se ne vedono sulla tv d’oltreoceano. Walker Texas Ranger va in onda per 203 episodi dal 1993 al 2001, unico incontrastato protagonista è lui, Chuck. Per chi avesse visto WTR l’immagine è tra il sogno e l’utopia. Un mondo semplice e tradizionale, dove il confine tra il bene e il male è segnato da una linea insormontabile, dove i buoni vincono, sempre. E Walker è il buono per eccellenza, gentile, romantico, affabile, compagnone, portatore di sani valori tradizionali, giusto, ma non opprimente, sconfigge i propri nemici per aiutare altre persone in difficoltà e li sconfigge, sempre, inevitabilmente, inesorabilmente, nella solita maniera, con pochi colpi ben assestati di arti marziali.
Nel 2001 tuttavia Walker viene congedato.
Chuck, ormai ricco, si trasferisce in un ranch texano e studia la propria carriera. Fulminato tuttavia sulla via di Damasco ritiene di avere il dovere morale di dedicare la propria vita al bene che perseguiva da attore.
Convinto patriota, Norris diventa una sorta di pastore fai da te, in televisione prende posizione contro la droga e a favore dell’insegnamento della Bibbia nelle scuole. Fervente cristiano con due matrimoni sulle spalle (ma in Italia ne sappiamo qualcosa) tra una crociata antievoluzionista e l’altra si avvicina alle idee dello zoccolo duro repubblicano. Tuttavia non può durare, e i pochi fan si preparano ad accoglierne il pensionamento.

La vita, come dicevamo, è fatta di svolte, di cambiamenti imprevisti ed incontrollabili che segnano il proprio futuro. Il popolo di Walker Texas Ranger non era formato solamente da qualche cowboy nostalgico ma anche da un mucchio di ragazzi estasiati dal sottile trash buonista della serie. Due risate, qualche birra e un computer, questo deve essere bastato a chi, a fine 2005, ha aperto una pagina intitolata semplicemente Chuck Norris Facts.
Chuck Norris attore diventa, per sempre, Chuck Norris la leggenda.
Ora, i Facts sono una serie di aforismi paradossalmente demenziali che innalzano il vecchio attore e combattente ad un livello probabilmente superiore al Padreeterno, dalla barba d’acciaio e dal colpo risolutivo di ogni problema: il calcio rotante rovesciato.
Qualsiasi descrizione però è superflua di fronte a frasi come queste:
L'uomo nero prima di andare a dormire controlla se c'è Chuck Norris nell'armadio.
Chuck Norris ha contato fino all'infinito... due volte.
Una notte Chuck Norris ha rapito gli alieni.
Dietro la barba di Chuck Norris non c'è il mento, ma solo un altro pugno.
Chuck Norris non dorme. Aspetta.

Nel giro di pochi mesi, qualsiasi persona connessa alla rete globale conosce il volto di Chuck Norris.
A questo punto la storia sembrerebbe finita, ma il vissero felici e contenti deve essere ancora scritto.
Gli Stati Uniti non sono solo un paese di infaticabili NERD che inseriscono improbabili barzellette su internet. Gli Stati Uniti possono permettersi di aver vantato un modesto attore di B-Movie alla presidenza e nientedimeno che Terminator alla guida dello stato più cool dell’intera federazione.
Arriva così il momento nel quale la strada virtuale di Chuck incontra quella di un pastore battista.
Mike Huckabee non è un politico come gli altri, laureato con lode non in giurisprudenza, ma in teologia, pastore da una vita, dal 1996 è anche governatore dell’Arkansas, confinante, ovviamente, con l’Oklahoma. Nel 2008 pensa bene di candidarsi alla Casa Bianca. È il classico outsider, quello sul quale nessuno scommetterebbe un cent, e perderebbe.
Le strade di Huckabee e Norris sono fatte per incontrarsi, il primo ha pochissimi fondi per la campagna elettorale, ma sa spenderli bene. Appena scopre che la leggenda di internet è sostenitore della propria candidatura fa girare quello che, al momento, è lo spot più memorabile dell’intera campagna presidenziale americana. In un minuto l’inedita coppia HuckChuck mescola sapientemente programmi politici conservatori e improbabili facts dell’attore. Il risultato è paradossale. Il tutto ovviamente termina con un bel Norris Approved, un pugno del nostro che marchia lo schermo in perfetto stile western.
http://www.youtube.com/watch?v=EjYv2YW6azE
All’uscita del video, l’intera America e mezzo mondo se la ridono.
Tuttavia non sono risate quelle che destano i vari McCain, Romney e Giuliani il 4 gennaio. Mike Huckabee, non si sa come, aveva appena stravinto le primarie dello Iowa. Quanto abbia giocato l’effetto Norris in tutto questo non ci è dato saperlo. Ma è facile ipotizzare che varie persone, spinte dall’idea che in fondo i candidati fossero tutti uguali, abbiano deciso di premiare un personaggio che se ne sta tuttora in quel confine oscuro tra realtà e fantasia.
A fine febbraio la spinta di Huckabee pare ormai esaurirsi. Fuori dai giochi Giuliani, John McCain si prepara ad una nomination facile facile, Mitt Romney che non ha saputo intercettare i voti religiosi, tutti sulla coppia HuckChuck, si è vendicato dando appoggio al veterano del Vietnam. Tuttavia se la parabola di Huck pare in discesa, a 67 anni quella di Chuck è in vorticosa salita, e la domanda che si aggira nel quartier generale repubblicano è facile da intuire; dopo Reagan e Terminator sarà il turno del Texas Ranger?

PS: sarà un caso, ma il 17 febbraio sono apparse sulla rete frasi più o meno analoghe dove il protagonista è uno zuccherosissimo Barack Obama, che, a differenza del super uomo Norris, nei facts che lo riguardano, raggiunge vette di buonismo mai toccate.
Vedere per credere http://barackobamaisyournewbicycle.com/

Matteo Vannacci




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