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. | INTERVIEW Intervista a Michele Gazich
Apprezzato come produttore, lodato come musicista ma forse poco noto come autore di canzoni, Michele Gazich è una delle rivelazioni di questo inizio 2009 con il progetto musicale La Nave Dei Folli, disco che nasce da un articolato percorso artistico in cui si mescolano influenze letterarie, musicali e suggestioni cinematografiche. Lo abbiamo incontrato per parlare del disco e dei suoi prossimi progetti musicali. Come nasce il progetto "La Nave dei Folli"? Nasce da un desiderio di comunicare, di aprire il mio cuore. Sono un produttore artistico, un autore ed un musicista, ma non un cantante e non ho voluto improvvisarmi tale, come troppe volte si usa in Italia. Ho scritto queste canzoni per la voce di Luciana Vaona. Ho ideato questo progetto musicale cinque anni fa e ci ho lavorato negli ultimi due anni. Accanto a me, al violino e alla viola, ho voluto musicisti che stimo profondamente e che sono anche miei amici: oltre a Luciana, Beppe Donadio al pianoforte, Fabrizio Carletto al basso ed Elena Ambrogio al flauto. Ci parli della realizzazione del disco? Come nato questo suono cos classico, quasi da musica da camera? Ho prodotto, originariamente, una stesura più "normale" dell'album con chitarra e batteria, poi, non avendo nulla da perdere alla mia età, ho osato di più. Ho eliminato chitarra e batteria e mi sembra che i testi arrivino pi intensamente all'ascoltatore. Il disco si apre con L'Idiota tornato in città ci parli di questo brano? L'Idiota sono io e sei tu, siete voi, cari lettori. Il dolce sorriso dell'ubriaco contro il ghigno da Quarto Reich del Grande Fratello. Il brano più intenso del disco l'attualissima Guerra Civile, cosa ha ispirato questo brano? La Guerra Civile in corso tra i soldi e lo spirito. Con Mark Olson siamo stati obbligati a suonare, oltre che nei regolari concerti, anche in quasi 100 centri commerciali americani. Il disgusto era crescente. In viaggio da un centro commerciale all'altro, tra Abilene e Colorado Springs, ho scritto questa canzone. Tra il diavolo ed il mare un brano ricco di poesia e soprattutto caratterizzato da uno splendido arrangiamento… Volevo scrivere una filastrocca e ho pensato ad una musica da filastrocca, tra "l'ingenuo" surrealismo della ballata popolare e lo straniamento di certa musica di Mozart. Non venuta subito: abbiamo dovuto sperimentare a lungo, tuttavia. Ne avremo incise 30 versioni diverse... Nel disco sono presenti alcune canzoni tra virgolette "d'Amore" penso a Venere di Carta o Canzone dell'amore Lungamente Atteso, ci parli del tuo approccio con questa tematica? Le due canzoni che citi sono due facce dell'Amore. Il protagonista de "La Venere di Carta" "ha buttato via la chiave e ogni porta casa d'altri" e in "Canzone dell'Amore lungamente atteso" la ritrova tra le mani dell'amata. Cerco di scrivere d'Amore con intensità: cosa c'è di più importante nella vita? Brucerei il mio violino se potesse servire a scaldare il mio Amore. C'è una connessione tra la copertina e Come Giona? Nelle note di copertina scrivi che ispirato ad un ambone romanico scovato in una chiesetta vicino l'Aquila? Come si inserisce la figura biblica di Giona in questo disco? L'ambone romanico, in effetti, raffigura le storie di Giona. La canzone, che narra simbolicamente del profeta ingoiato e poi vomitato dalla balena, introduce alla tematica del poeta, del profeta dell'intellettuale rinchiuso, isolato dalla società, tipico della nostra era, ma non solo (si va da Torquato Tasso ad Antonin Artaud), e di cui parlo anche nella canzone successiva "Poeta in Gabbia". Nel disco hai dedicato un brano ad Ezra Pound, quanto ti ha influenzato la sua scrittura? Pound, frainteso e giudicato solo per la sua presunta adesione al fascismo, per cui ha, tuttavia ampiamente pagato con residenze coatte in gabbia e manicomio, dal 1945 al 1958, stato uno dei massimi poeti della nostra era: lo troviamo, non a caso, nella "Captain's tower" assieme a T.S.Eliot nella dylaniana "Desolation Row". Lo leggo da quando ero ragazzo, lo ritengo un mistico dell'Amore: ha influenzato la mia scrittura (nel senso che mi ha invitato ad un rigore morale nello scrivere, a migliorare la mia abilità artigianale), ma soprattutto ha influenzato la mia vita. Sono un artista anche perchè ho letto Pound. Tutti i brani sono caratterizzati da suggestioni letterarie, cinematografiche, filosofiche e poetiche, quanto questi elementi concorrono durante la composizione dei tuoi brani? Più che altro ho voluto mettere queste allusioni nelle canzoni, per far conoscere a chi mi legge cose che io amo ed ammiro, per condividerle con i miei lettori, perchè la mia opera non sia sterile, chiusa in se stessa, ma porti i miei lettori/ascoltatori anche verso altri lidi a bordo della nave: dai film di Bergman alle canzoni di Brassens, eccetera. Si tratta sempre d'Amore, comunque: le citazioni non sono fatte per intellettualismo. Sono cose che io amo. Tu sei molto noto come musicista e produttore, come giudichi questo tuo debutto come autore? Grazie per il "molto noto". Troppo generoso. Sono la persona meno adatta a giudicarmi. Posso solo dirti che non proprio un debutto per me, in quanto ho sempre scritto. A quarant'anni, avendo ormai vissuto la maggior parte della mia vita, mi parso sensato condividere questi scritti con un pubblico, che, per ora, sembra aver gradito. Porterai in tour il progetto La Nave dei Folli? Certamente. Cominciamo a fine marzo in Germania per poi procedere in Italia. La formazione ridotta adatta a riprodurre piuttosto fedelmente l'album in concerto. Avremo con noi, probabilmente, anche il polistrumentista Marco "Tibu" Lamberti. Quali sono i tuoi progetti per il futuro? Un altro album per "La Nave dei Folli", penso per il 2010. Nel frattempo, come ho sempre fatto, procederò a suonare il violino e a produrre album anche di altri artisti. Salvatore Esposito |
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