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Ruthie Foster – The truth according to Ruthie Foster
(Blue corn music)

Considerata una star nel Texas, Ruthie Foster si è fatta apprezzare negli U.S.A., come nel resto del mondo, grazie all’album “The phenomenal Ruthie Foster”, pubblicato nel 2007, che le ha, finalmente, dato la notorietà che le spettava. Definirla fenomenale potrebbe sembrare esagerato ma chi conosce Ruthie Foster sin dai primi album sa che in quella affermazione non c’è nulla di usurpato. Il suo nuovo album “The truth according Ruthie Foster” conferma le qualità dimostrate nei suoi albums e nei concerti ed in cui gli undici brani presenti sono frutto di un mix di blues, gospel e folk. L’energica “Stone love” apre il cd e già ci accorgiamo di essere alla presenza di una artista completa. Le doti della Foster vengono alla luce da subito. Notevoli i suoi cambi di tonalità che non le fanno perdere il calore che riesce a trasmettere con la sua voce. Unico momento “diverso” è la reggaeggiante “I really love” che strizza l’occhio alle classifiche. L’ intensa ballata “When it don’t come easy” ci riporta alle atmosfere più congeniali alla cantante texana che riesce a interpretare alla perfezione due classici della musica soul come “(You keep me) Hangin’ on” di Joe Simon e “Nickel and a nail” di O.V. Wright. Pur mantenendo sonorità tipicamente nere riesce a dare ad entrambe un tocco personale adattandole al proprio stile e rendendole più elettriche rispetto alle versioni originali. Ed è in questa veste che scopriamo una Ruthie Foster ispirata. In “Truth” una chitarra elettrica distorta ci coinvolge in un brano rock-blues dalle tinte forti e “sporco” quanto basta da trovare estimatori tra i seguaci di quel genere musicale. Ma se la voce della Foster è la vera protagonista di tutto l’album, non sono da trascurare i nomi che sono stati invitati al “banchetto”. Dal produttore Chris Goldsmith (già con Charlie Musselwhite e Blind Boys of Alabama) a Robben Ford, Jim Dickinson, Larry Fulcher, Rock Deadrick e la partecipazione in alcuni brani di Wayne Henderson e Charles Hodges, membri dei mitici Memphis Horns scopriamo di trovarci ad un team di rimordine. Tra i grandi nomi che hanno partecipato a questo album va ricordato Eric Bibb. Una collaborazione nata con l’ultimo album del bluesman americano, “Get onboard”, ed in cui era presente “Conversation”, un duetto che colpiva direttamente il cuore dell’ascoltatore. Qui Bibb scrive due brani per la sua allieva. L’intima e delicata ballata “Love in the middle” e il blues swingante “Thanks for the joy” regalano due stati d’animo completamente opposti l’uno all’altro. All’intensità del primo brano risponde la contagiosa allegria del secondo. Stessa sensazione di gioia viene regalata dalla ballata acustica “Joy on the other side”, brano scritto dalla Foster. Così come il bluesaccio “Tears of pain” che spezzerà i vostri cuori grazie alla magistrale interpretazione della Foster. “The truth according to Ruthie Foster” è un disco sorprendente per la sua intensità e per i suoni curati in ogni dettaglio. L’album della maturità con il quale la quarantaquattrenne cantante texana può essere considerata nome di spicco tra i big della musica internazionale.

Giuseppe Panella

Stone Love
Really Love You
When It Don't Come Easy
(You Keep Me) Hangin' On
Truth!
Love In The Middle
Nickel And A Nail
Dues Paid In Full
Joy On The Other Side
Tears Of Pain
Thanks For The Joy

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