La storia della musica, si sa, spesso segue percorsi strani. Nonostante i Galliard tra la fine degli anni Sessanta e l'inizio degli anni Settanta abbiano suonato di spalla a band come Led Zeppelin e Mott the Hoople, ben pochi furono coloro che presero a cuore il percorso artistico del gruppo e ancora meno coloro che li ricordarono negli anni successivi. Risultato ? LP divenuti sempre più rari e un nome finito, anno dopo anno, nel dimenticatoio.
A ristampare i loro primi due album, originariamente pubblicati nel 1970 per la Deram, sussidiaria della Decca, ci pensa oggi l'etichetta Esoteric Recordings. Il gruppo nacque in Inghilterra nell'estate del 1968 e si distinse, nell'ambito delle band in equilibrio tra progressive e classic rock, per un personalissimo uso degli ottoni, arrangiati, specialmente sull'album New Dawn, seguendo vere e proprie partiture. Formula comune a pochi gruppi dell'epoca, i Galliard investirono infatti su un' insolita combinazione tra psichedelia e brass rock. Ispirati da gruppi come i Blood Sweat & Tears, spesso seppero creare arrangiamenti alla Gentle Giant, per quanto ben più semplici ed istintivi.
L'album Strange Pleasure si apre con Skillet, canzone ritmica che divenne uno dei classici della band. A modern day fairy tale accenna ad un pop dolce e cantabile, un po' Beatlesiano, non sviluppato però fino in fondo. Nell'album compaiono anche brani più alla King Crimson come Hear the colours, oppure numeri più pop come I Wrapped Her in Her Ribbons. Nel complesso, improvvisazioni ancora sparse e libere e strutture meno compatte lasciano la sensazione che la band non abbia ancora sviluppato a pieno il suo potenziale. Anche gli arrangiamenti sono meno curati, con armonizzazioni più sporadiche e alcune linee melodiche che sono ancora in cerca di un'identità forte.
Ben diversa è la situazione in New Dawn, un ottimo disco ingiustamente rimasto ai margini della notorietà. Riascoltandolo oggi, non è difficile accorgersi sia di quanto il gruppo avesse buone idee artistiche, sia di quanto sapesse svilupparle con uno stile personale. In New Dawn i Galliard scrivono brani più serrati ed efficaci e mettono a segno arrangiamenti più compatti. E' il caso dell'accattivante Open Up Your Mind, dove gli arrangiamenti diventano più grintosi e l'influenza di gruppi come Chicago e Blood Sweat & Tears si fa più evidente. And Smile Again, invece, attinge più all'ambito del folk inglese, per poi aprirsi ad un lieve ritornello terzinato. L'ottima Something's Going On deve molto al funky e al R&B, con aperture strumentali al centro del brano che si muovono più in ambito jazz rock. Restano anche ampi spazi per l'improvvisazione libera ed istintiva, come su Ask For Nothing, ma nel complesso il gruppo dimostra di aver affinato, rispetto all'album precedente, soprattutto la scrittura, raggiungendo così una piena maturità artistica.
Giulia Nuti
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