. | INTERVISTE E : Benvenuti al popolo del Blues...accanto a me c'è Carlo Massarini!!! C : Ernesto!, che piacere rivederti!!! E : Il piacere è anche mio, sopratutto per poter presentare “Dear Mister Fantasy“, libro che hai da poco scritto... pieno di fotografie, ma anche della tua storia... C : Si esatto... 2 Kg e mezzo di sana musica rock contemporanea, 13 anni dal 1969 al 1982... gli anni della mia esperienza come foto-giornalista Rock... anni nei quali ho fotografato ed incontrato un sacco di gente, comprato un sacco di dischi... vissuto in prima persona molti concerti e molti eventi... è un po' come se fosse una mia biografia, ma attraverso canzoni ed artisti... sopratutto una biografia generazionale... un libro che credo parli di tanti che hanno vissuto quel periodo... un libro emotivo che parla delle emozioni di quegli anni, non quindi un enciclopedia del rock o semplicemente un foto libro... E : Ecco Carlo, cercare nel tuo archivio fotografico, trovare le immagini ed abbinarle ai temi del libro... ecco, che tipo di operazione è stata per te a livello emotivo? C : Tu sai che ho un grande archivio fotografico, e mentre cercavo le immagini per il libro, allo stesso tempo scrivevo... è stato un processo molto lungo. Molte delle foto sapevo già che le avrei scelte, mentre altre le ho meravigliosamente ritrovate... ad esempio delle foto di Rino Gaetano, piuttosto che altre dei Genesis che si trovavano, pensa tu, sul fondo di uno scatolone... è stata quasi un operazione di archeologia della memoria tramite la quale ho scoperte cose assolutamente dimenticate. Per quella che riguarda poi la scelta, sai benissimo anche tu che spesso è quasi casuale... E : Ecco Carlo... questo lavoro di archivio ti è tornato utile anche per “ripassare“ la storia della musica di quel periodo? C : Beh sai, io adesso non ascolto molto la musica di quegli anni, non certo perchè non sia bella ci mancherebbe, ma semplicemente perchè preferisco ascoltare musica del momento, anche se ormai non sene sente di cosi valida come all'epoca... per esempio ascolto molta musica etnica, molto blues, black music... È logico poi che quando ho lavorato al libro mi sono rituffato a capo fitto nella musica del passato... via via ascoltavo i vinili o i cd dei gruppi e degli artisti in ordine alfabetico, circa un gruppo al giorno... nel frattempo cercavo su Wikipedia , notizie e conferme su quello che ricordavo e avrei dovuto scrivere. Cercavo poi su altri siti web, come per esempio il bellissimo sito dei Genesis, che contiene addirittura tutte le date di tutti i concerti fatti dal gruppo, dagli albori fino anche al periodo post Peter Gabriel fino alla fine! Non potendomi quindi ricordare tutto perfettamente , mi sono aiutato con queste risorse nel web. La fase della scrittura poi è stata molto piacevole, anche se , come tu ben sai Ernesto, richiede sacrifici e quel imprescindibile isolamento che ti permette di scrivere bene. Ho quindi riscoperto della musica veramente eccezionale ,e , parafrasando il sottotitolo del mio libro, ho capito davvero che quelli erano anni in cui tutto era possibile... E : Ecco Carlo... secondo te sono stati anni musicalmente più eclettici rispetto ad oggi? C : Caspita se lo erano!!! Il periodo fra i '60 e i '70 è stato uno fra i più importanti, non tralasciando logicamente i '50 che sono stati fondamentali... poi via discorrendo ogni decade ha avuto qualche specifica novità... Comunque in passato se facevi un disco uguale al precedente , i più sostenevano che non avevi più idee... oggi invece se non fai un disco uguale al precedente molti ti criticano, come per esempio sopratutto le case discografiche... diciamo che c'era più voglia di fare cose nuove... c'era ancora tanto da scoprire e voglia di stupire. Sopratutto la rivoluzione culturale della musica rock aveva dato un grosso contributo al superamento del conformismo degli anni '50... il rock non era solo musica, era un nuovo stile di vita che separava le nuove generazioni dalle vecchie. Sai oggi mettere su un gruppo rock e fare musica, nel migliore dei casi, è un fatto puramente estetico, artistico... allora invece era molto di più... Questo tipo di atteggiamento credo di averlo fatto trasparire nel libro, senza nessun moralismo e paternalismo nostalgico nei confronti di quegli anni d'oro... È un dato di fatto che la musica rock in quegli anni aveva un significato più forte... E : La storia che racconti nel libro, è anche la tua storia personale Carlo... se non sbaglio hai cominciato a lavorare in radio nel 1975 in RAI, quando ancora c'era la censura e si dava allo speaker un manuale di comportamento su cosa poteva e non poteva dire in funzione del ruolo che ricopriva... è vero Carlo? C : Si è vero Ernesto... c'era infatti la commissione di ascolto RAI che esaminava la musica e i testi da trasmettere, e decidevano se si poteva mandarle in onda oppure No. La faccenda funzionava un po' come guardia e ladri... loro ci dicevano : “Traduci il testo della canzone e faccelo leggere“. Noi, approfittando dell'ignoranza dei più, traducevamo le parole, un po' come ci tornava utile... aldilà di questo la censura colpiva molto di più gli artisti italiani. Edoardo Bennato in questo ricordo che era fra i più colpiti... in una sua canzone, “quello buono“ non si poteva dire... ”La bandiera“ lo stesso non si poteva... La censura funzionava quindi meglio con gli artisti italiani, e spesso purtroppo colpiva coloro che tentavano di proporsi come artisti anti-conformisti... Spendiamo però anche qualche buona parola per quella RAI, la RAI democristiana di quegli anni... prima di tutto dava potenzialmente spazio a tutti, e non come oggi che se non fai parte di una fazione piuttosto che di un'altra, non riesci ad inserirti... seconda di poi si puntava molto sulla qualità dei programmi, che era piuttosto elevata... c'era il professionismo e voglia di fare un buon prodotto... c'era poi molta più cura nel fare le cose, rispetto ad oggi che tutto viene fatto spesso in maniera più approssimativa e sbrigativa... Pur essendo quindi una struttura piuttosto rigida e controllata, spesso, grazie ad alcuni dirigenti “illuminati“, per esempio come Paolo Valmarana, oppure più tardi Brando Giordani ai tempi di “Mister Fantasy“, si potevano creare delle isole felici, che, se confrontate con molte cose di adesso, credo sarebbero anche più pregevoli... E : Eravate quindi dei pionieri come molti artisti che racconti nel libro... C : Sai Ernesto, pur essendo un po' pigro nell'elaborare le mie idee , per questo libro ho sentito una forte esigenza di fissare i miei pensieri e scriverli con impegno e perizia... era inevitabile data l'importanza delle cose... devo dire che l'editrice Rizzoli è stata molto carina con me... Mi hanno contattato e sono venuti a casa mia ad esaminare le fotografie... Luca Ossia (?) e Cristina Sartori , che si occupano dei libri illustrati, sono anche dei fan della musica di quegli anni, e sono rimasti piacevolmente sorpresi nel vedere le foto dei Genesis mai pubblicate... Loro all'inizio mi avevano proposto di fare un libro fotografico, ma io risposi subito che volevo fare un libro che raccontasse un periodo, e che poi includesse anche altre cose... la musica e tutto il resto sarebbe stato solamente un mezzo per raccontare quel periodo... loro, un po' titubanti, acconsentirono... successivamente ci sono stati dei momenti in cui ho dovuto tenere duro e combattere per far valere le mie indicazioni sul libro... per esempio sulla copertina bianca e sul titolo, quest’ultimo il quale avrebbe dovuto essere secondo loro qualcosa tipo “Su i sentieri del Rock“... dissi loro che mi immaginavo il libro come una sorta di rivista, e in questo devo dire che sono stati molto ricettivi... infatti ho potuto interagire con Lidia Rossi, un'ottima designer di libri che mi ha dato una mano ha trovare la giusta via per una valida impaginazione. Alla fine è venuto fuori un libro che è un ibrido, non un libro fotografico, ne canonico ne enciclopedico... è un po' un misto, ma di questo risultato sono molto contento... E : Ecco Carlo... tu sei partito facendo radio, trasmettendo quindi musica senza il supporto delle immagini, cui per radio ci si serve dell'immaginazione... poi invece sei passato a fare programmi televisivi in cui la musica era accompagnata dalle immagini... C : Beh sai Ernesto... in tutti i campi ci sono momenti in cui cose nuove possono incontrare diffidenza... quando in RAI pensammo di realizzare “Mediamente“, programma che trattava delle nuove tecnologie e del web in genere, abbiamo subito incontrato resistenze , dovendo trattare argomenti cosi nuovi... il nostro, che è un mestiere di osservazione e diffusione di informazioni alle masse in genere, non può pensare di prescindere dal riflettere sui grandi cambiamenti dei tempi... Quando comparvero i primi videoclip, pensai subito di inseguire questo cambiamento, e ricordo che molti furono refrattari a questa novità, specialmente i cantautori che venivano dagli anni '70. Loro, con i concerti dal vivo, i dischi dal vivo, si dimostrarono piuttosto diffidenti nei confronti di questa novità. Invece altri gruppi dell'epoca, come per esempio gli ABC, i Depeche Mode, i Duran Duran, o ancora gli Spandau Ballet, si cimentarono con successo nel campo dei videoclip... quando poi infine, apparve sulla scena un certo Michael Jackson, che col suo videoclip per la canzone “Thriller“, che arrivò a spendere la cifra di un milione di dollari per girarlo, molti si convinsero che era tutto sommato lecito investire su questa novità, rappresentata dal videoclip... A noi sembrava scontato fare un programma su di una novità cosi eclatante, un momento di passaggio epocale , paragonabile a quello dalla tv in bianco e nero, a quella a colori... molti di coloro che seguivano “Mister Fantasy“ all'epoca rimasero stupiti da quanta musica riuscissero a scoprire nel nostro programma, quanti artisti che fino a qual momento non conoscevano assolutamente... Quello stupore, confermava , come spesso accade tutt'oggi, quanto l'Italia fosse una nazione al di fuori delle grandi novità musicali del mondo. Fu proprio per questo che “Mister Fantasy“ ebbe il successo che ha avuto... tutti i nostri ascoltatori erano stupiti dalla musica che per la prima volta conoscevano... E : E invece Carlo... la storia dell'Italia attuale??? C : Ma non saprei... di quale Italia stiamo parlando?!? (ridendo con amarezza Se parliamo dell'Italia attuale, musicalmente trovo interessanti alcune cose Rap, come per esempio Club Dogo (?) o Fabri Fibra.... certo non è musica che mi fa impazzire, ma rappresenta comunque l'espressione musicale di quello che succede oggi in Italia... E : Ecco Carlo...in un programma come “Per voi giovani“ , avete sempre trattato gli artisti e musicisti italiani con grande rispetto e rilievo, non esitando mai a presentali a fianco dei grandi artisti internazionali... C : Beh si... abbiamo dato davvero un grande rilievo a quella musica... se ricordi , “Per voi giovani“ è nato nel 1970... io ci sono arrivato nel 71 e già precedentemente Michelangelo Romano aveva preso l'abitudine di girare le cantine Folkstudio, scoprendo artisti come Guccini, De Gregori e Venditti, oppure ancora Ernesto Bassignano... c'era voglia di scoprire il nuovo, e questo nuovo c'era davvero... in “Mister Fantasy“, l'operazione fu ancora più radicale... E : Produceste dei video se non sbaglio Carlo... C : È vero si... Giaccio e lo staff di produzione si dedicarono proprio ad una serie di operazioni mirate... Ivan Cattaneo ed i suoi Italian Graffiti, Beppe Starnazza e i Vortice... il Gruppo Italiano... Flavio Giurato e Sergio Caputo... possiamo quasi dire che gli inventammo noi, anche se è più giusto dire che cercavamo di convincere le case discografiche italiane che un nuovo mercato era possibile nel nostro paese, proprio sfruttando come veicolo di diffusione il videoclip... utilizzavamo anche gli ospiti fissi, e brevi video-monografie costruite appunto con i videoclip.... da questo punto di vista credo che abbiamo ottenuto un buon traguardo... E : Ecco Carlo... nella fase di produzione del libro, ti è capitato di rincontrare artisti che avevi fotografato in passato, e che poi hai raccontato all'interno della tua opera? C : Beh si con alcuni... ci sono stati coloro che hanno risposto quasi subito, mentre altri con cui ho dovuto faticare un po' di più... devo dire che uno dei più carini è stato sicuramente il buon vecchio Peter Hammill. Gli spedii una mail in cui sottoposi alla sua attenzione alcune foto che gli avevo fatto, chiedendogli appunto se si ricordava qualcosa di quelle fotografie. Con mia grande sorpresa fu immediatamente pronto e preciso, e identifico le foto nelle quali era insieme ad alcuni componenti dei Van Der Graaf Generator, ma non per un concerto loro, ma per un esibizione da solista allo stadio Flaminio... è stato davvero gentile! Ricordo che anche Steve Winwood è stato molto gentile... infatti quando ha letto il libro, mi ha scritto dicendomi: “You told like it was“, che tradotto sarebbe : “L'hai raccontata com'era“. Questo apprezzamento mi ha dato molta soddisfazione... E : Ecco Carlo... sicuramente il tuo libro “Dear Mister Fantasy“ sarà molto apprezzato da chi ha direttamente vissuto quel periodo... Quando ti capita di parlarne con i giovani, viceversa che impressione ne ricavi? C : Beh rispetto al mondo dei giovani si è trattato sopratutto di tornare a parlare delle radici, per capire quindi da dove tutto è cominciato...per coloro che invece hanno vissuto quel periodo la lettura è stata molto più facile e coinvolgente per ovvie ragioni. Il libro non l'ho scritto con intenti classicamente divulgativi, ma come un racconto di esperienze, di impressioni, e di come ho vissuto e assistito a quel periodo... E : Per quello che riguarda il discorso del linguaggio , tu lo hai sperimentato il in “Mediamente“... hai la sensazione che questo programma appartenga a quelle famigerate bellissime esperienze che ogni tanto appaiono, ma che poi all'improvviso scompaiono in una sorta di caos inestricabile? C : Beh Ernesto, scompaiono sicuramente quando un direttore come Minoli le bolla come non interessanti, anche se “Mediamente“ parlava di cose importantissimi e futuribili come internet, e tra le altre cose devo dire fra le prime trasmissioni ha trattare tali argomenti... sai spesso il gap culturale fra chi crea e chi deve supervisionare la creazione, può essere spesso molto ampio, e questo problema mi ha accompagnato per tutta la vita,sia in “Mister Fantasy“ che in “Mediamente“... chi come noi fa informazione, divulgazione, dovrebbe avere come supporto altri che dovrebbero fornire degli spazi adeguati per diffondere il tuo pensiero critico, ma come dicevo, spesso questo gap culturale rende tutto molto più difficile. Mi sono spesso trovato a che fare con persone che non capivano l'importanza di quello che volevo fare, a maggior ragione non volendo io proporre cose di massa, ma in un certo qual modo di “nicchia“ diciamo. La verità è che ha sempre contato il numero di ascolti che fai, non la qualità di chi ti ascolta... E : Ecco Carlo, credi che con l'avvento della tv digitale si possa ancora ricadere nella contraddizione dell' Auditel? C : Beh sai Ernesto... quando si presentano questi cosiddetti “spostamenti di paradigma“, come vengono descritti dai mass-mediologi, spesso li stessi media non comprendono quello che accade intorno a loro. Prendi per esempio lo spiazzamento che le case discografiche si sono trovate a fronteggiare con l'avvento del peer-to-peer... non erano assolutamente preparate, e continuavano beatamente ad adagiarsi sugli allori, per cosi dire, senza però cogliere il cambiamento in maniera matura...la loro salvezza inaspettata è stata Steve Jobs con I-Tunes, che li ha letteralmente salvati dal baratro... La fruizione dei media da parte dei giovani è frammentata proprio a causa della forzata interazione e convivenza fra vecchi media e nuovi media...si hanno ha disposizione nuovi canali di informazione, che sono integrabili e interscambiabili fra loro...per fare un'esempio si può assistere ad un qualsivoglia grande evento , nelle maniere più varie ed integrabili... dalla radio in streaming, oppure con la tv satellitare o anch'essa in streaming on-line... tutto si compone e scompone ininterrottamente in funzione dello scopo del singolo utilizzatore...ci può essere spazio per tutto e per tutti, in una panorama di cambiamento mai assistito prima d'ora... E : Pensi forse che in questa situazione vada perso qualcosa, magari l'intuizione per un grande disco, una grande canzone... perdere in sostanza la percezione del talento? C : Oggi ci sono più canali e più opportunità, ed i giovani lo hanno capito seguendo subito questo tipo di percorso di presentazione... Pensa per esempio al caso del gruppo inglese degli Arctic Monkeys, che sono arrivati al successo facendosi conoscere attraverso la loro pagina web di My Space...E comunque vero che la competizione oggi è molto serrata, sopratutto per via del mercato musicale , che è praticamente globale... Tuttavia chi ha davvero talento, una strada la trova prima o poi, oggi magari anche sfruttando una nuovo di farsi conoscere altamente convincente, che può quindi aprire queste nuove opportunità rappresentate da scenari non solamente locali, ma globali. E : Questo libro Carlo non contiene nessun tipo di competizione fra generi, giusto? C : Si Ernesto, questo mio libro è sui generis, parla solamente di un arco storico ma non è focalizzato solamente su un genere... il libro parla di un lungo periodo, ma trattando tutto quello che c'è stato è che ho vissuto in prima persona, senza appunto distinzione di genere... E : Nel libro Carlo, tu racconti anche una breve ma intensa esperienza con la celebre rivista musicale Rolling Stone... C : Si è vero, ma la definirei meglio come quasi tragicomica...(ridendo n.d.t. ). E questo è accaduto perchè, nonostante le buone intenzioni che ci animavano, avevamo a che fare con degli editori davvero scombinati... uno era un italo-americano che si occupava di tutt'altro nella vita...l'altro addirittura un editore di riviste porno!!! Eravamo per cosi dire cascati male, tuttavia devo dire che con la casa editrice attuale con il lavoro del nostro amico comune Carlo Antonelli è ben altra. La struttura è più solida... Il nostro fine comunque era quello del Rolling Stone originario, ovvero conferire la dignità di arte contemporanea , alla musica Rock... E : Mentre Rolling Stone americano ? C : Noi rispetto a loro eravamo più puristi, più rock oriented... per esempio un aneddoto in merito fu quando ci fu proposta una copertina con Miguel Bosè... la redazione si spacco letteralmente in due, fra cui molti di noi rimasero inorriditi!!! Un esempio all'opposto fu invece l'idea di mettere in copertina Bob Seger, quello di Nightmoves, scelta che si rivelò azzardata, figlia dell'inesperienza e quindi eccessivamente pretenziosa... E : Per scrivere questo tuo libro Carlo, l'ispirazione ti è giunta da diverse direzioni... fra esse, la fotografia... C : Beh sai oggi fare il fotografo ai concerti è molto diverso da prima... grazie alla tecnologia è tutto automatizzato e puoi fotografare anche al buio, prima dipendeva tutto dalle luci della location del concerto... Per esempio Bob Marley al Rainbow di Londra aveva 250 fari a pieno regime, mentre invece a San Siro aveva quattro specie di torcioni da giardino per usare un eufemismo! Per quello che riguarda l'impaginazione per le fotografie nel libro. Devo dire che la mia collaboratrice Sara è stata molto brava, perchè è riuscita a dare un taglio ed una quadratura alle immagini molto interessante...È riuscita ha conferire movimento alle immagini, un modo quindi non scontato di pensare alla presentazione di fotografie... E: Ti piace il digitale fotografico, e l'impaginazione che hai usato per il libro? C : Sicuramente l'aver utilizzato la tecnologia digitale, ha facilitato molto le cose... anche in fase logistica e progettuale, si gestisce tutto in molto più semplice, rapido e capillare... il libro è quindi figlio dell'era elettronica, anche se le fotografie sono invece di un epoca analogica... E : Senti Carlo... ti è mai capitato di incontrare durante la tua carriera qualche personaggio particolare, di quelli che diciamo spesso scompaiono nel nulla? C : Mi piace molto questa domanda... il mio libro parla molto anche di questi personaggi, artisti che io chiamo le seconde file , che ho apprezzato perché spesso avevano molta onestà, più spirito di sperimentazione rispetto a certi grandi... Robert Palmer - Sneakin’ Sally Through The Alley, ricordi ? - ... oppure Mink De Ville, Doctor Feelgood... nella musica black i Parliament, i Funkedelic... Ricordo però in particolar modo Eric Andersen, un cantautore che faceva sembrare Jackson Browne un Punk, talmente delicata era la sua voce... lo vidi a New York nel 1977, sulla via di ritorno dalla California... suonava in un club con poche persone. Per lui quel momento fu difficile perchè aveva da poco smarrito i nastri del disco successivo a “Blue River“, che tra l'altro sono stati clamorosamente ritrovati pochi anni fa dopo molti anni di mistero... Allora mi chiedevo come fosse possibile che un artista bravo come lui, cosi importante per me come per molti altri, raccogliesse cosi poche persone ad un suo concerto... erano gli anni dell'avvento del Punk, della disco... essere cosi sinceri, genuini e trasparenti, come dicono gli americani : “Put your heart on the sleeve“...”Mettersi il cuore in mano“ ... ecco, compresi che quel tipo di approccio non rendeva più, a differenza di come si faceva in passato... anche se era bravissimo e faceva musica stupenda, era ormai fuori tempo, sopratutto discograficamente parlando... E : Carissimo Carlo io ti pongo quantomeno il ringraziamento di tutto “Il popolo del Blues“... C : Che onore questo bellissimo ringraziamento!!! E : Infine ci vuole un messaggio da parte tua rivolto ai giovani...cosa dici loro solitamente quando ti capita di incontrarli nei tuoi incontri pubblici? C : Innanzitutto che si può fare tutto, senza bisogno di fermarsi agli stereotipi...fate quello che vi piace fare, sopratutto se credete di avere talento, provando anche a rischiare...insistere e cercare la propria strada...siate di mente aperta e capite che la vita può essere imprevedibile... Parafrasando John Lennon, “La vita è quello che succede mentre sei occupato a fare altri programmi“... oppure usando le parole di Peter Gabriel, “Expect the unexpected“... come in una canzone di Bruce Springsteen che ha un titolo bellissimo...”Follow that dream“, sognate e cercate il vostro sogno...
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