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Claudia Bettinaglio, Sometimes
Non lasciatevi ingannare dallo sguardo. Perché quando in copertina cè una bella immagine di unaltrettanto bella donna spesso il disco in questione presenta una sequela di brani pop insignificanti. Fortunatamente per le nostre orecchie esistono le eccezioni. Una di queste è rappresentata da Claudia Bettinaglio una cantante e compositrice italiana che vive in Svizzera e il cui orizzonte musicale è strettamente legato alla canzone anglosassone. Nel suo sometimes
Un po di blues, venature rock, ma anche tante atmosfere più tipicamente europee con stili differenziati che si fondono in un linguaggio comune. Quello di una cantante dai toni intensi che non indugia sulla sua voce, ma la mette a servizio del brano e quello di una compositrice attenta, senza sbavature. Un scrittura la cui eleganza supplisce in certi momenti a unispirazione che talvolta non decolla. Ma la prova di Claudia Bettinaglio è comunque di classe, e non poteva essere altrimenti dato che è entrata nella scuderia della Crosscut di Brema, da sempre attenta a creare un parco artistico di qualità alta. La produzione è di unaltra conoscenza svizzera del giro Crosscut, quel Hank Shizzoe del quale questanno è uscito un doppio dal vivo con il suo gruppo Loose Gravel e Sonny Landreth. Parlando dellatmosfera di sometimes
troviamo spesso toni soffusi da club, strumentazioni variegate che comprendono piano Wurlitzer, bouzouki, clarinetto con figurazioni tipiche del sax, archi. Le canzoni hanno sostanza pur essendo di presa immediata, la melodia è fresca e non viene soffocata da arrangiamenti. Infine tra le due cover presentate spicca la finale Jersey Girl di Tom Waits, prova non certo semplice che Claudia supera egregiamente. Ma ascoltate anche God Hired The Devil, Releationshit, Turn Around, per trovarvi di fronte a unartista che ha le carte in regola per essere conosciuta da un pubblico più vasto. Michele Manzotti |
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