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The Who Live in Boston
(Warner)



Ancora fresca è la memoria della scomparsa di uno dei membri storici degli Who, bassista di incomparabile talento e pezzo di storia non solo della band ma della vita personale di ognuno degli altri componenti del gruppo. Stiamo parlando di John Entwistle, tristemente venuto a mancare nel 2002 proprio mentre gli Who si accingevano ad intraprendere una nuova tournee. Mentre la notizia risuonava in tutto il mondo, i due ultimi componenti del line up originale ( Pete Townshend e Roger Daltrey) , oltre al dolore per la perdita di uno dei loro più cari amici di sempre, si trovavano di fronte alla responsabilità di fermare una tournee ormai programmata che vedeva coinvolte migliaia di persone in tutto il mondo. Tra i media si vociferava molto su quale sarebbe stato il destino della band, che di batoste storicamente già aveva dovuto superare quella della prematura scomparsa dell’ autentico e incontenibile genio della batteria rock che era Keith Moon, con loro nella formazione originale (ora, al suo posto, c’è Zak Starkey, figlio di Ringo Star ). Come è andata a finire la storia? Si sono sciolti gli Who? La risposta, per chi già non la sapesse, è in “Live in Boston”, dvd registrato in America proprio durante una tappa della tournee - andata a buon fine - del 2002, con in formazione, oltre ai due membri originali, Zak Starkey alla batteria e Pino Palladino al basso ( più John Bundrick alle tastiere e Simon Townshend, fratello di Pete, a cori e chitarra) . La soluzione insomma , come dice Pete parlando di Roger in una delle interviste tra gli extra del dvd, è stata quella di seguire, nonostante gli anni che passano, ancora una volta lo spirito del rock and roll. Ed ecco allora che il concerto si apre con Daltrey che, come negli anni d’oro, impugna il microfono e lo lancia in aria. Pete, passando di Stratocaster in Stratocaster, dedica i brani di Quadrophenia ai suoi (e di Daltrey) sbandati amici di infanzia, poi nel più genuino stile Mod manda il pubblico a fanculo. I pezzi essenziali per riassumere la cronologia della leggenda ci sono tutti, da I Can’t Explain a Baba O’ Riley, da My Generation a Pinball Wizard. E’ senza dubbio un concerto basato sui successi del passato, ma è un bel grido di rivalsa nei confronti di tutti coloro che pensavano che gli Who questa volta non ce l’avrebbero fatta. E comunque per guardare al futuro c’è sempre tempo, dal momento che, come gli stessi Who ribadiscono quando viene chiesto loro un confronto tra la band del presente e quella del passato, ciò che conta non è ciò che è stato ma ciò che adesso gli Who sono. E proprio con questo spirito, mentre qui si parla di loro, la band è in studio per registrare un nuovo album.

Giulia Nuti

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