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Rolling Stones
Rock & Roll circus
Per la stampa su dvd di “Rock & Roll circus“, il baraccone di musica e spettacolo che i Rolling Stones misero in piedi per celebrare il Natale 1968 si è mobilitata tutta la BBC, la cara vecchia istituzione radiotelevisiva inglese che ospitò una festa che stava per tramutarsi in dramma.
Mick Jagger, il sessantunenne leader del gruppo inglese oggi se la ride ma all’epoca confinato tra i problemi di una formazione musicale che stava perdendo lentamente ma costantemente un altro leader carismatico, il biondo Brian Jones e un disco controverso come “Beggars Banquet” da dare alle stampe se la dovette vedere con l’indisciplina latente di una tribù barcollante.
“E’ sempre stato detto che fu una mia idea dice e allora? perché no! Me ne assumo oggi tutte le responsabilità !”. Con il suo solito fare vincente e un pò perverso adesso Jagger ripercorre mentalmente i 3 giorni che misero sottosopra l’intero sistema televisivo britannico dei tardi anni sessanta, un lungo fine settimana che dimostrò, a coloro i quali ancora non ci avevano voluto credere, che le Rockstars erano i nuovi Signori del paese, e che l’ambizione (era) la loro scala verso l’immortalità.
La visione di Mick era, semplicemente, quella di un grandeur: il Taj Mahal in India, le Montagne lunari del Marocco, il Colosseo di Roma e la Grande Muraglia cinese dovevano essere i set cinematografici naturali di un grande, immenso caravanseraglio che dovette invece accontentarsi solo degli studi
televisivi Intertel a Wembley, non lontani da quello stadio che, appena terminato i lavori di ammodernamento, verrà presto inaugurato proprio dagli Stones.
Passpartout di questa operazione il regista Michael Lindsay Hogg, una vecchia conoscenza dell’istituzione mediatica d’oltremanica, un uomo che solo qualche anno prima aveva cambiato il modo di far televisione in Gran Bretagna con” Ready, Steady, Go!” classico appuntamento per i teen agers nel fine settimana della metà dei sessanta.
Un circo : un evento surreale che doveva includere mangiatori di fuoco, clown, pianisti pirotecnici e capricciosi violinisti tutti a fare da apripista alla nobiltà del rock britannico. Un circo di cui tutti si sarebbero ricordati a lungo. Jagger però non dice tutta la verità ( chi lo conosce bene dice che lo fa spesso!…): si dimentica, ad esempio, di ricordare che gli Who, anche loro protagonisti del Rock & Roll Circus, e gli Small Faces avevano appena terminato un tour d’America al seguito di un vero circo. E si dimentica anche di segnalare un programma dallo stesso titolo della televisione francese dallo stesso titolo. Poco importa però: in quei giorni del tardo 1968 essere alla loro corte voleva dire molto.
Alcune curiosità : Interpellato, Stevie Winwood ( leader dei Traffic) dovette gettare la spugna per un raffreddore, i neri Isley brothers rifiutare perché in tour, Keith Richards richiese la presenza di Johnny Cash ma Johnny la negò, i Led Zeppelin si proposero per una audizione ma non ebbero risposte. John Lennon, al quale Jagger pensava fin dal primo giorno, venne contattato da Allen Klein, il nuovo manager americano dei Beatles e già manager dei Rolling, perché Mick non si sarebbe mai “ abbassato ” a invitare la concorrenza.
Quando alle tre di mattina del 12 dicembre 1968 i Rolling Stones montarono sulle assi di legno montate nel bel mezzo del ring degli studi televisivi, in mezzo a uno stremato pubblico di 400 figuranti scelti fra la crema del nightclubbing della capitale e tutti vestiti con ponchos e cappelli, un respiro di sollievo veniva tirato ai piani alti della BBC, dove i dirigenti erano rimasti tutti svegli, in seduta plenaria.
Dopo gli esordienti Jethro Tull ( con Toni Iommi, futuro Black Sabbath alla chitarra, ) il bluesman nero Taj Mahal ricacciato in America dal servizio immigrazione subito dopo la sua magica performance, Marianne Faithfull e le sue canzoni piene di mistificazioni, un Eric Clapton in cerca d’autore a sole 3 settimane dallo scioglimento del primo supergruppo inglese, the Cream, un bizzoso John Lennon e uno scatenatissimo set di The Who, gli Stones, per l’ultima volta dal vivo con Brian Jones, dimostrarono di avere una classe superiore, una marcia in più, un profondo attaccamento al blues e celebrarono il massimo fulgore della Swinging London.
Una notte così non sarebbe mai più tornata indietro e nessuno avrebbe osato tanto per molto tempo a venire. E di tutto questo oggi la BBC va molto orgogliosa, con la stampa in Dvd di un piccolo tassello di un grande puzzle da celebrare, la cui storia passa anche attraverso la grande musica rock che da presto quegli uomini di televisione trattarono con grande rispetto e competenza.
Ernesto de Pascale
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