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Alice Coltrane: Translinear light
(Impulse/ Universal)
www.impulserecords.com



Dal 17 luglio 1967, data della morte di John Coltrane, Alice Coltrane, moglie e compagna spirituale del grande sassofonista, ha intrapreso un lungo viaggio interiore.
L’ispirazione musicale tramandatagli da Coltrane non la ha mai abbandonata e, dai dischi a cavallo fra i sessanta e i settanta fino a questo “Translinear light”, un album che arriva dopo due decenni di produzioni private e non distribuite, una linea costante di uniformità caratterizza la sua musica.
Non bisogna amare per forza il jazz per apprezzare questo disco
La guida del marito John è oggi sostituita dal figlio Ravi che supervisiona l’intero disco e, in maniera minore dalla partecipazione dell’altro figlio, Oran. Sono poi i fidi Charlie Haden e Jack de Johnette a fare il resto, alternati alla sezione ritmica di Jeff Genus e Jeff”Tain” Watts. Nel disco molti sono i rimandi a suoni e visioni lontane: Il blues, come sensazione di tristezza e mestizia appare fortemente, in particolar modo nel brano che dà il titolo all’album, mentre tracce di musica indiana e più in generale orientale affiorano nei vari sviluppi armonici dei brani.
Alice non suona più l’amatissima arpa ma si esibisce oggi, con stile rigoroso e terso, al pianoforte, rimandando a certe cose di Sun Ra quando suonava in perfetta solitudine o al Terry Riley di “Persian Surgery Devices”.
Per quanto straordinaria al piano, ha un tocco molto asciutto che le permette di creare un forte interplay con il resto dei musicisti, la Coltrane affascina quando si siede dietro il vecchio organo Wurlitzer, strumento demodè ed obsoleto che in mano a lei assume però uno significato speciale. Il wurlitzer – appare nei vecchi dischi di Carlos Santana come “Welcome “, “Borboletta”, in “Illuminations”(quello assieme ad Alice Coltrane) e in “Love, devotion & surrender” –ha un suono mistico affascinante e in “Leo”, scritta poco prima di morire dal marito John, fa davvero la differenza. In questo brano, in cui la Coltrane è accompagnata da Ravi e da Jack de Johnette, è racchiusa un po’ tutta la somma dell’esperienza emotiva di Alice Coltrane.
“Translinear light “, ha quindi un sapore particolare e unico per Alice Coltrane e piacerà a quelli che la conoscono sin dai vecchi dischi su Impulse. Chissà se qualcun’ altro avrà però interesse in lei. E non averne è un peccato, sopratutto, se è la curiosità ad animare la vostra ricerca musicale.
Ernesto de Pascale




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