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Julian Spizz - Incipit
Jaro
www.jaro.de



L’etichetta Jaro di Brema ha sempre guardato oltre il confine tedesco per cercare gli artisti della propria scuderia. La scelta più felice riguarda sicuramente Il mistero delle voci bulgare, ma il catalogo è molto ampio. In Italia la Jaro aveva pescato a Firenze il gruppo Trinovox, formato da Francesco Ronchetti, Riccardo Pucci-Rivola, e Julian Spizz pubblicando gli album Incanto (1994) e Mediterranea (1997). Produzioni in cui la poesia italiana (nel primo caso anche parte dell’Inferno di Dante) e di vari paesi veniva utilizzato come testi di brani a cappella composti e arrangiati dai tre cantanti. Una lezione che Spizz, al suo primo album solista, ha portato con sé nell’ultimo Incipit. Anche in questo caso i testi sono poesia, di autori tutti italiani come Guido Gozzano, Carlo Vallini, Dino Campana, Giacomo Leopardi (con il suo Infinito) e ancora Dante Alighieri. Ma anche in questo caso lo strumento è la voce, anzi l’unica voce di Spizz che ha come modello dichiarato la prassi di Bobby McFerrin. L’estensione vocale, oltre alla tecnica, permette al cantante fiorentino di creare una parte ritmica (basso e percussioni), melodie e armonie vocali e accompagnamenti strumentali, tutto poi mescolato in studio grazie alle sovraincisioni. Per quanto riguarda la musica, le creazioni di Spizz tendono a scrollarsi di dosso ogni timore reverenziale nei confronti dei versi: atmosfere pop, ritmi quasi ballabili, lirismo condito da effetti vocali, sprazzi di humour come nella Petite Promenade du Poète di Dino Campana. Forse non è facile liberarsi del modello di McFerrin, mentre talvolta la struttura della poesia rende le figure musicali troppo ripetitive. Ma è un prodotto coraggioso, ben curato, unico. E soprattutto made in Florence anche se ha dovuto emigrare in Germania per essere realizzato.

Michele Manzotti



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