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Maria Muldaur - Love wants to dance
(Telarc)
È un ritorno al passato quello di Maria Muldaur. Nata nel Greenwich Village è cresciuta a pane e blues, condito da jazz, gospel e tutto ciò che può fare bella una voce. Sì perché è una vocalità calda, suadente, che rifugge da ogni sperimentalismo. E che in Love wants to dance si lega a un accompagnamento strumentale che strizza l’occhio a vari generi per sorreggere la melodia senza entrare in competizione con essa. La sua storia è fatta da tante tappe, da molti momenti musicali, sia come turnista sia come cantante solista e questo lavoro vuole regalarci un bilancio della sua carriera visto attraverso gli stili più amati. Tra gli autori troviamo Bob Dylan con Moonlight, Branda Burns con Lonely Moon e The strong stand alone, Taj Mahal con Baby you’re my destiny, Benny Goodman con If dreams come true. Gli arrangiamenti, come accennato sopra, sono fatti con gusto da musicisti che sanno il mestiere portandoci dal blues più autentico alle figurazioni jazzistiche tipiche dell’Hot Club de France. Eppure questa degna produzione manca di qualcosa. Di quel colpo d’ala, di quel momento magico che dia al disco un valore aggiunto. Quel brano costruito in modo di cui non si possa fare a meno e che faccia del Cd della pur brava Maria Muldaur un oggetto imperdibile.
Michele Manzotti
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