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Joe Cocker - “Mad Dogs & Englishmen” Deluxe edition
(Polydor 2005)
One of the top five live albums of rock’n’roll history has its definitive edition. “Ladies & Gentlemen please give a warm welcome to Mad Dogs & Englishmen and Mr.Joe Cocker!”
La musica si nutre del rapporto che si instaura tra coloro che la suonano e coloro che la ascoltano: ascoltare significa dare alla musica il tempo perché questa entri dentro di te e vada solleticare e stimolare le parti del corpo che più desidera. La musica è qualcosa di vivo, che “dal vivo” appunto, nel momento stesso in cui è suonata, raggiunge la sua massima espressione ed è consegnata ai posteri tramite la memoria. Un concerto è, a tutti gli effetti, come una rappresentazione teatrale: un evento unico che si esalta di questa sua caratteristica qualificante. Il tour che Joe Cocker ed i suoi “Mad Dogs” intrapresero nel marzo del 1970 è - di fatto - uno di quegli eventi irripetibili che la storia della musica rock ci ha regalato. Il doppio live che fu pubblicato insieme alla film documentario dette immortalità a quel miracolo; le quattro facciate del vinile riuscivano a restituire non solo la bellezza delle esecuzioni di ‘She Came In Through The Backroom Window’, ‘Feelin’ Alright’, ‘The Letter’ e ‘Let’s Get Stoned’, ma anche lo spirito che aleggiava sul palco e nelle sale che ospitavano la band. C’è la leggerezza, l’irriverenza, la malinconia, il gusto per l’intrattenimento, c’è - in tre parole - il rock’n’roll. Questa deluxe edition non è solo per fanatici collezionisti; è un investimento che tutti coloro che amano la musica devono fare perché non è una sterile riproduzione di qualcosa che già c’era alla quale è stato aggiunto un paio di brani inediti (su tutti la versione di ‘Something’ e ‘Further Down The Road’ con Don Preston alla voce), ma perché è il miglior modo per spiegare che cosa voglia dire stare sul palco, suonare insieme, avvertire l’unicità dell’evento e riuscire a vivere quest’ultimo appieno trasmettendo le stesse emozioni al pubblico. Questa nuova versione a differenza della precedente, riporta la sequenza dei brani a quella effettiva della scaletta che la band proponeva dal vivo: ‘She Came In through The Bathroom Window’ è la seconda canzone subito dopo ‘Honky Tonk Women’, e questo perché Cocker sa di aver ben altre cartucce nella sua pistola. L’inedita ‘The Weight’ dal repertorio The Band raccoglie i consensi del pubblico e ‘Feeling Alright’ di Dave Mason ha la sua versione definitiva. Leon Russell, il direttore della band ed autore degli arrangiamenti, canta tre degli inediti: la bluesy ‘Hummingbird’, la scanzonata ‘Dixie Lullaby’ e ‘The Ballad Of Mad Dogs & Englishmen’. Quest’ultima è una versione in studio con tanto di arrangiamento che molto rimanda a Phil Spector cantata con la caratteristica voce sgraziata e sorniona del pianista. Il finale del concerto è affidato alla lunga ‘Old Time Blues Medley’ (‘I’ll Drown In My Own Tears’/’When Something Is Wrong With My Baby’/’I’ve Been Loving You Too Long’) seguita da ‘With A Little Help From My Friends’ non presente nell’edizione originale. In coda vengono poi inserite le single version di ‘The Letter’ e ‘Space Captain’ oltre alla già citata ‘The Ballad Of…’ ed ad una velleitaria ‘Studio Jams’ nella quale si accenna ‘Under My Thumb’ di rollingstoniana memoria. Adesso non vi resta che mettere il primo CD nel lettore, sedervi, chiudere gli occhi e lasciare che la musica faccia il suo dovere.
Jacopo Meille
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