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FIRENZE SOGNA, E SI DIVERTE, CON LUIS ARMSTRONG
Louis Armstrong - Satchmo Live in Florence '52

Twilight Music/Emi
www.twilightmusic.it


La data è quella del 25 ottobre 1952, la trasmissione si intitola "Varietà Internazionale" e va in onda sul secondo programma radio dall'auditorio della sede Rai di Firenze. Ospite della puntata nientepopodimenochè Louis Armstrong, o Satchmo, o Pops che erano i soprannomi che si portava dietro dagli iniziali anni vissuti a New Orleans, dove era nato nel 1898, trascorsi nell'ovviamente poverissimo quartiere di Storyville. Il primo ingaggio lo ebbe a 15 anni nel 1913 e fino al 1971, anno della morte per insufficienza cardiaca e renale (le cose o le faceva bene o non le faceva) continuò a suonare nonostante la poca salute e soprattutto i gravi problemi alle labbra che gli impedirono di esprimere al massimo il suo genio. Genio vero da più punti di vista: nessuno come lui ha fatto conoscere al mondo la musica Afroamericana, il Jazz e il Blues gli devono tantissimo, e nessuno come lui ha suonato prima la cornetta e poi la tromba. Dotato di una voce eccellente nello scat e, come altri jazzmen dell'epoca, di una presenza scenica ironica e divertente è riuscito a diventare un idolo anche per il pubblico bianco sin dai primi anni del secolo scorso.
La registrazione di cui parliamo vede la luce grazie all'unione della etichetta indipendente Twilight Music dei fratelli Micioni e di Massimo Zuccaroli con l'Audioteca della Rai in via Asiago, sotto la supervisione della trasmissione Radioscrigno di cui Dario Salvatori è responsabile artistico. Questo cd fa parte della collana "Via Asiago 10" che raccoglie alcune imperdibili registrazioni di proprietà dell'Audioteca. Evviva! Finalmente! Questo hanno detto e pensato i numerosi appassionati di musica e radio, molti addetti ai lavori e chiunque sia curioso di ascoltare anche il nostro passato. Nel cd oltre ai dieci brani che costituiscono il corpo del concerto troviamo una intervista che Satchmo diede all'inviato del Giornale Radio nella sua stanza d'albergo mentre si apprestava a cenare con la moglie (mi pare la terza), sette brani riversati dalle antologie in vinile "Voice of America" portate dall'esercito degli Stati Uniti e successivamente acquisite nell'archivio della sede Rai di Bari (qui redio Beri, ci avete chiamato?) e un estratto della trasmissione di Radiotre del 1976 (a cinque anni dalla morte) intitolata "My only sin is my skin" dove il trombettista parlava del nostro paese, di sè e della musica.
La scaletta del concerto è decisamente swing, i duetti di Satchmo con Velma Middleton rendono il pubblico numeroso ancora più caldo e disponibile come i musicisti a lasciarsi andare. Ricordiamo che Armstrong nel dopoguerra al pari di altri grandi come Lionel Hampton o Dizzy Gillespie era famosissimo in Europa dove poi si sarebbe trasferito proprio per diffondere il Jazz. In questo concerto troviamo veri classici come "On the sunny side of the street", St.Louis Blues", "How high the moon" o "When it's sleepy time down south" che gli portò infinite critiche da parte degli afroamericani più giovani ed oltranzisti che lo accusavano di avere una visione della questione razziale da capanna dello zio Tom. Sarebbero stati smentiti dalla ferma presa di posizione di Satchmo rispetto allo scarso impegno del governo centrale per eliminare la segregazione razziale nelle scuole dell'Arkansas.
La formazione che lo accompagna non è quella classica degli All Stars, forse perchè il suo manager Joe Glaser aveva il braccino corto, ma è comunque ottima, composta da musicisti di cui diversi avrebbero fatto parte a lungo del giro del grande trombettista. Eccoli: Trummy Young al trombone, Bob Mc Cracken al clarinetto, Marty Napoleon al piano, Arvell Shaw al contrabbasso e Cozy Cole splendido batterista oltre alla già citata Velma Middleton alla voce insieme ad Armstrong. La registrazione era certamente ben fatta sin dal 1952 ma con il restauro è decisamente ottima. Si ascolta la band con una chiarezza non indifferente dati i supporti da cui proviene e ci auguriamo che tanti siano gli artisti che beneficeranno della cura del ricordo. Del resto Satchmo lo merita anche perchè, diciamolo, è stato uno dei pochi a scalzare i Beatles dal primo posto nelle classifiche di vendita. Accadde nel 1964 e gli Stati Uniti stavano subendo l'unica invasione della loro storia, gli inglesi scacciati dopo l'indipendenza erano tornati non con navi e cannoni (quelli li trovarono lì) ma con i dischi e i Beatles avevano aperto la strada alla "British invasion". Eppure Pops con "Hello Dolly" tratta dall'omonimo show di Broadway di Jerry Herman cantata in coppia con Barbra Streisand nel 1969 ci riuscì.
A parte tutto credo valga la pena rituffarsi per un pò nel passato...ahi! Lo stesso Louis mi bacchetta da dove si trova dicendomi "you know man, music is timeless!".


Alessandro Mannozzi


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