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Richard Hell – Spurts, The Richard Hell Story
(WEA)
www.richardhell.com/



Di tutti i personaggi che hanno affollato New York nella seconda metà degli anni settanta, Richard Hell è stato senza dubbio il più vicino allo spirito del punk inglese, meno intellettuale, più fisico, e forse proprio questo suo atteggiamento, coadiuvato da una carriera erratica e frammentaria, ha portato ad un lungo periodo speso sotto la cenere. Non sorprende affatto che ci sia lui stesso dietro al progetto di questa strana retrospettiva. L’adesivo sulla confezione – “by far my best album” – riprende le parole dello stesso Hell, che sembra voler dimostrare a tutti la bontà del proprio lavoro. Ma in realtà Hell ha già fatto un grande disco nel 1977, Blank Generation, e non ci sarebbe bisogno di nessuna nota introduttiva per ricordarne la grandezza. Sarebbe bastato prendere quell’album, rimasterizzarlo e aggiungervi la crema delle tracce contenute in questa raccolta per mettere insieme un lavoro superiore dal punto di vista filologico, ma evidentemente Hell vuole porre l’accento anche su ciò che ha fatto dopo. Sui Dim Stars per esempio, supergruppo formato insieme a Don Fleming più Thurston Moore e Steve Shelley dei Sonic Youth, non male nell’invettiva anti-Guerra del Golfo di Baby Huey (Do You Wanna Dance), ma in fin dei conti abbastanza anonimo per distinguersi dal marasma alternative-rock dell’epoca. Di certo le chicche non mancano, oltre a quattro pezzi tratti da Blank Generation, vibranti oggi come lo erano allora, ci sono i Neon Boys, ovvero i proto-Television formati assieme ai giovani Tom Verlaine e Billy Ficca. Per loro una versione iniziale di Love Comes in Spurts dotata di un riff molto più velvettiano dell’originale e l’importante That’s All I Know (Right Now), capisaldo del periodo in cui il punk newyorchese era ancora roba per pochissimi. E non dimentichiamoci che dei Television Hell è stato membro fondatore: la Blank Generation posta alla fine del cd non ne è certo la versione definitiva, ma li mette sotto una luce più muscolare del solito. Acquisto essenziale per gli storici e i completisti di una delle grandi ere della New York musicale, ma tutti gli altri passino prima da Blank Generation.

Bernardo Cioci

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