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The Urban Hillbilly Quartet - The A-List 1995-2001
(Fundamental)
www.urbanhillbillyquartet.com
The A-List is a sort of best of The Urban Hillbilly Quartet, an obscure but very interesting band that mixed in their music bluegrass, hillbilly, rock and jewish music.
Nel panorama della musica bluegrass, spesso e volentieri, si possono incontrare realtà musicali tanto oscure e sconosciute quanto interessanti dal punto di vista artistico. E’ il caso di Erik Brandt e del suo Urban Hillbilly Quartet, band cresciuta musicalmente nella zona di St.Paul, Minnesota e attiva dal 1995. The A-List, il loro album più recente, raccoglie il meglio della loro produzione dai loro esordi al 2001 e ne illustra tanto la loro evoluzione musicale quanto quella sonora. Infatti questa band vede nella sua caratteristica principale quella di fondere bluegrass e hillbilly con influenze che vanno dal rock alla fusion, dal jazz alla jewish music. Ciò che colpisce è la capacità di Erik Brandt di essere riuscito in questi anni a disciplinare dal punto di vista sonoro violino, fisarmonica, chitarre elettriche, banjo e percussioni di tutti i generi. Se al primo ascolto si ha la sensazione di avere a che fare con un ensamble troppo sopra le righe con diversi ascolti si percepiscono nette le sfumature tecniche che caratterizzano i vari brani, su tutti vale la pena citare gli ottimi giri di basso funky alla base di brani come Indelible e Been There Before. Non mancano brani intrisi di americana sound, come nel caso del country di Nightmares e Adrift, del rock di
Skipping Stones, o del folk rock di Moonstruck e di This Train, quest’ultima di songbook di Woody Guthrie. Il vertice del disco risiede però nelle sperimentazioni sonore, di Hot Vega, una sorta di rivisitazione dell’inno ebraico Hà Tikvà in chiave country-rock con spruzzate di jazz e fusion, e di Drowsy Maggie Vlashko. Certo qualche cosa non gira sempre per il verso giusto come nel caso dell’inaspettata cover di John Prine, Angel From Montgomery, cantata da Sena Thompson, che delude sia per l’impatto sonoro che per quello vocale. A-List, nonostante la pessima copertina, è un disco davvero particolare che piacerà sicuramente tanto agli amanti della sperimentazione sonora quanto ai puristi della world music.
Salvatore Esposito
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