. |
Marty Stuart and his fabulous superlatives - Souls’ chapel
(universal south)
www.martystuart.net

Brilliant tribute to the art of the Staple Singers by a renewed and respected Nashiville artist. Captivating!
“ Souls’chapel” è un album sentito. Vi troverete il vero country e il blues più intenso. E'un disco accattivante nella sua semplicità e profondo al tempo stesso”. Scrive queste note Peter Guralnick, lo storico del rock più alta autorità sul rhythm & blues di Memphis e sulle origini di Presley, e lo scrive, a buona ragione, senza sbagliare giudizio individuando il tono generale e la cifra dell’album che Stuart ha voluto dedicare agli Staple Singers e in particolare modo al caro vecchio Pop. Sturat e il suo gruppo, i “favolosi superlativi”, non hanno spostato l’indicatore di un solo grado per realizzare questo disco che suona come la logica prosecuzione di ciò che Marty da tanti anni suona.
Nella sua negazione di generi specifici “Souls Chapel” rappresneta il meglio di ciò che la musica di Nashville potrebbe presentarci oggidì; un sentimento profondo di rigore, rispetto e intensità nera permea le voci a cappella dei 4 uomini bianchi. Marty Stuart è chiaro a ripercorrere la strada che lo ha portato fino a questo disco” quando ero un ragazzo- giù nel Mississippi- mi venne intimato che se cantavo il Blues avrei incontrato il diavolo mentre se cantavo il gospel la mia anima si sarebbe purificata. Ma poi- prosegue Marty- quando incontrai Pop Staples e gli confidai il mio turbamento, lui mi disse “ Ragazzo, ma se il Signore guarda in basso come non potrebbe essere afflitto anche lui dal Blues?…avevo trovato la soluzione al mio problema. E da quel momento ho sempre sognato un disco così”.
Album riuscito, quindi, con grandi brani. Tra gli originali: il rockabilly di “Way down”, il gospel purissimo di “The unseen hand”, il blues/country di “There’s a raibow”. Tra le cover: “Move along train” degli Staples con Marva alla voce, “Slow train” di Steve Cropper e William Bell, e infine l’attacco del disco, davvero al fulmicotone, con “Somebody saved me” di Pop Staples seguita dal contrefied gospel scritto da Albert Brumley nel 1958”Lord give me just a little more time”.
“Souls chapel” è un cd da ascoltare a qualsiasi ora del giorno e della notte, uno di quei dischi che lascia la voglia di sentirne ancora trasportandoti in un mondo che non c’è ma che ognuno vorrebbe almeno una volta frequentare.
Ernesto de Pascale
tutte le recensioni
Home - Il Popolo del Blues
NEWSLETTER
|
. |