Hellwood is Johnny Dowd’s most terrific music documentary of America’s “dark side of town”.
Johnny Dowd mi ricorda contemporaneamente Stan Ridgeway e gli Eels; la sua musica è completamente fuori dal tempo, unica, ipnotica, naive, minimale, carica di pessimismo che si contrappone spesso alla melodia vagamente infantile e rassicurante. ‘Thank You, Lord’ è blasfema e crudele più di ‘Cult’ contenuta nell’ultimo disco degli Slayer: “Thank You, Lord for the Hurricane… Thank You, Lord for Judas and for the rope on which he hung… Thank You for the cross upon which they nail your son…”
Il mondo di Johnny Dowd e dei suoi colleghi musicisti Jim White e Willie B. è quello popolato da perdenti, da uomini e donne che vivono vite monotone ed uguali senza alcuna possibilità di cambiamento, ignari dell’esistenza di un’alternativa. La morte è l’unica concreta portatrice di un mutamento. Gli “eroi” delle canzoni sono coloro che prendono coscienza del loro stato e che, nella loro accettazione denunciano tutta la loro forza (‘God’s Back Pocket’).
E’ un disco che toglie il fiato, che riesci ad immaginare e “vedere” e che vorresti vedere trasformato in film da Gus Van Zant. Johnny Dowd ha il dono di rendere tangibile la musica mantenendo il distacco proprio del bravo documentarista, che riprende la realtà, spesso quella più scomoda e più nascosta, ma non per questo non vera, con occhio clinico e disincantato.
Jacopo Meille
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Track list
1. Thank You, Lord
2. Fireworks Factory
3. A Man Loves His Wife
4. Alien Tongue
5. God’s Back Pocket
6. Chicken Shack
7. Spider In The Bed
8. Thomas Dorsey
9. The Good Die Young
10. Man In plaid Suit
11. Ten Commandments
12. Dream On |