Independence is a way of thinking. And is a way of working. After 30 years Rough Trade Shop is still alive. It has been a symbol for English music and for foreign costumers. From the shop rose up the record label and a lot of artists has been discovered thanks to the work of this team. Now artists-customers choose the songs for this anthology. Happy birthday! We need another 30 years of your work.
E’ veramente entusiasmante avere tra le mani un oggetto come questo doppio Cd. Perché fisicamente possiamo percepire quanto amore e quanta passione possano essere messe per un prodotto che alla fine è destinato alla vendita. Ma qui stiamo parlando della Rough Trade, di un nome storico della discografia del secondo novecento. Un simbolo di indipendenza, che ha ispirato il lavoro di tante altre realtà (l’Italia e la Firenze dell’Independent Music Meeting fra tutte), che ha portato il mondo delle cosiddette indies a esprimere un ruolo importante nel mondo discografico, confrontandosi con le major a testa alta (a volte mutuandone i difetti, ma questo è un altro discorso). Tutto nasce dal negozio di Talbot Road, nella zona di Portobello a Londra. E da qui la storia passa attraverso la fondazione di un etichetta per opera di Geoff Travis e poi di una distribuzione, senza mai perdere di vista il negozio, ovvero il contatto con il pubblico che consente di comprendere qual è la migliore strada da intraprendere. Ma il fatto curioso è che pubblico e artisti spesso coincidono, tanto da creare una sorta di vasto club dallo statuto virtuale, che ha come sola regola quella di continuare ad ascoltare musica mai sentita prima. Perché indipendenza vuol dire voglia di scoprire cose nuove e fare in modo che esse restino tappe di un’evoluzione. Così ecco che per questo trentesimo compleanno le tracce sono state scelte direttamente da artisti che si identificano con il pubblico. Il booklet di 64 pagine è semplicemente splendido: significativo nelle foto e nelle spiegazioni. I nomi? Basta leggere la Tracklist che vi guiderà in questo mondo a cui dobbiamo tanto.
Michele Manzotti
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Track list
(in maiuscolo il nome del selezionatore, seguito da artista, brano e anno di pubblicazione)
CD1
1. PAUL SMITH The Modern Lovers - Pablo Picasso 1976
2. LAURENCE BELL Swell Maps - Read About Seymour 1977
3. MARK MOORE Kleenex - Hedi's Head 1977
4. SEYMOUR STEIN The Rezillos - I Can't Stand My Baby 1978
5. YOUTH Adam And The Ants - Zerox 1979
6. DON LETTS Holger Czukay - Persian Love 1979
7. ANA DA SILVA The Mekons - Kill 1980
8. DEREK PRINGLE The Soft Boys - I Wanna Destroy You 1980
9. DANIEL MILLER Boyd Rice - Track 1, Side 1 1981
10. STEWART LEE The Blue Orchids Work 1981
11. GEOFF TRAVIS Afrika Bambaataa And The Soul Sonic Force - Planet Rock (6.26) 1982
12. TARQUIN GOTCH Mighty Mighty - Night After Night 1987
13. JON SAVAGE Bongwater - His Old Look 1988
14. EROL ALKAN Lard - The Power Of Lard 1988
15. LUELLA BARTLEY Pixies - Here Comes Your Man 1989
CD2
1. LUCE MELLOR Joe Strummer - Island Hopping 19892. THURSTON MOORE Skinned Teen - Pillow Case Kisser 1993
3. GARY WALKER Bikini Kill - Capri Pants 1996
4. JARVIS COCKER Stock, Hausen And Walkman - Belly Up 1995
5. MICHEL GAUBERT Stereolab & Nurse With Wound - Simple Headphone Mind 1995
6. PETER CHRISTOPHERSON Lal Waterson & Oliver Knight - At First She Starts 1996
7. JEFF BARRETT Karen Dalton - In The Evening (It's So Hard To Tell Who's Going To Love You The Best) 1997
8. DAVID ADJAYE Mulatu Astatke - Yakermo Sew 1998
9. BJORK Matmos - Stupid Fambaloo 1998
10. SAVAGE PENCIL The Frogs - Sailors Board Me Now 1999
11. JAMES MURPHY Schneider Tm Vs Kpt. Michi. Gan - The Light 3000 2000
12. BOBBY GILLESPIE The Carter Family - No Depression In Heaven 2000
13. SEAN ROWLEY James Luther Dickinson - O How She Dances 2002
14. RICHARD RUSSELL Bjork - Where Is The Line 2004
15. SPAZOM LCD Soundsystem - Losing My Edge 2005
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