If you like Keb’Mo’ and Eric Clapton, you’ll probably hate Alex Gomez. Yet, if you dig the Blaxk keys and John Spencer, Warm Sensations await!
Nella continua e infaticabile ricerca di nuovi talenti, è finito nelle mani de Il Popolo del Blues l’ultimo album del Texano Alex Gomez.
Scatenato e fulminato a sufficienza, Alex Gomez sfida la tradizione per sfornare un punk-blues coadiuvato da sostanze stupefacenti e amori sfortunati che mette a dura prova i puristi del genere.
Warm Sensations sono 31 minuti e spiccioli di ruggito e confusione, un solo timbro di chitarra dal sapore fai da te, una voce ruvida che tra whiskey e sigarette interpreta blues tirati e anticonformisti.
Più l’album procede e più la voce si lascia sopraffare dall’ondata monotimbrica delle sei corde, mentre l’orecchio gradualmente si assuefa al muro tonante di accordi.
Se l’anima al diavolo Gomez l’ ha venduta, è stato senz’altro all’incrocio tra musica e follia.
Warm Sensations colpisce e stordisce, forza i confini dello psyco-punk blues mentre rivendica una grinta e incarna un feeling che sono tutti alla vecchia maniera.
Difficile dire quali siano i brani migliori perché l’importante non è il dettaglio ma la sensazione, Warm Sensations appunto. Come tuffarsi in una piscina vuota, come perdere l’autobus in corsa.
Warm Sensations si percepisce solo con l’istinto. Con lo stesso istinto che ci ha fatto pensare che di parlarne valesse davvero la pena.
Giulia Nuti
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Track list
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