Produced by Ryan Adams and recorded with The Cardinals, Songbird, the new Willie Nelson album is his personal incursion on Alternative Country territory. This album features songs by Leonard Cohen, Gram Parson, Grateful Dead and Fleetwood Mac.
Willie Nelson a buon diritto può essere definito come una enciclopedia vivente dell’American Music, sia per i suoi grandi dischi degl’anni settanta sia per qualche zampata piazzata negl’ultimi anni come Spirit e Teatro. Sbaglia però chi crede che le sue recenti incursioni in territori musicali per lui nuovi come il reggae (ricordate il divertente Countryman dello scorso anno?) o il pop-rock (Great Divide) abbiano fruttato capolavori impedibili che rendono giustizia alla sua lunghissima carriera. Si tratta piuttosto di personali esperimenti, frutto certamente di una carriera in continuo movimento ma anche della necessità di farsi apprezzare da altre fette di pubblico differenti dalla scena country. A ben vedere tutti i suoi dischi “sperimentali” più recenti non hanno ne goduto della grazia dei fans ne tantomeno quella del grande pubblico ma piuttosto sono stati catalogati come una sorta di divertissment. Ciò appare ancora più chiaro se si presta attenzione all’attività live di Nelson, sul palco infatti il texano ha sempre preferito i suoi classici del passato tralasciando, se non in particolari circostanze, dischi addirittura appena pubblicati.
Quando ci è giunta notizia che Nelson era in procinto di pubblicare un disco prodotto da Ryan Adams ed inciso con i Cardinals, è stato ben chiaro il tentativo del texano di “invadere” i territori dell’Alternative Country. Anche di fronte a Songbird, questo il titolo del disco, ha vinto la curiosità di sentire il vecchio Willie alle prese con un pugno di cover eccellenti e qualche riproposizione di vecchi classici del suo repertorio, il tutto riarrangiato magistralmente secondo il gusto di Adams. Songbird ripropone la fortunata formula che era dietro a Cold Roses, ovvero una perfetta alternanza di brani country e brani di impostazione rock, il tutto con le chitarre (per lo più suonate da Neal Casal) sempre protagoniste. Ad aprire il disco è però un brano dall’impianto blues con venature di country e swing, ovvero la bella Rainy Day Blues; si passa poi alla title track, il classico dei Flatwood Mac di Christine McViee che da il via ad una successione di ottimi brani come lo scintillante valzer country di Blue Hotel, il nuovo inedito di Nelson Back To Earth, a cui fanno seguito le due splendide rese di Stella Blue dei Grateful Dead, in una versione dilatata a metà tra psichedelica e garage rock, e Halleluja di Leonard Cohen. Il vertice del disco arriva però $ 1000 Wedding di Graham Parson che scintilla in un ottimo arrangiamento con la pedal steel di Jon Graboff in bella evidenza. Seguono le più modeste We Don’t Run e Your Love fino all’ondeggiante Sad Song And Waltz che risolleva notevolmente il tono del disco. Chiude il cerchio il traditional, Amazing Grace in una versione abbastanza calligrafica con la voce di Willie Nelson in bella evidenza. Saremmo ingiusti nel parlare di Songbird come un brutto disco anzi al contrario è un buon disco che si lascia ascoltare con piacere, ma certamente non rappresenta l’inizio di una svolta artistica. Willie Nelson tornerà presto ai suoi classici, al suo pubblico, e il disco rimarrà un senza dubbio un bel ricordo per Ryan Adams.
Salvatore Esposito
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Track list
Rainy Day Blues
Songbird
Blue Hotel
Back To Earth
Stella Blue
Hallelujah
$ 1000 Wedding
We Don't Run
Yours Love
Sad Songs And Waltzes
Amazing Grace |