Deviated arcane folksinging from Distorted Dylan of psychedelic alternative country generation.Produced by Lee Ranaldo
Il più dylaniano dei cantautori della nuova generazione alternativa, il più psichedelico e lisergico, Wooden Wand, continua a crescere a passi da gigante. Con il nuovissimo “James & the Quiet”, prodotto da un Lee Ranaldo sempre più attento a questa scena, Toth mostra una sfaccettata musicalità che unisce allo stile di scrittura folk il gusto di chi sa cosa voler dagli accompagnatori. Sin dall’iniziale, bluesistica “The Pushers” si realizza la svolta di James verso ovest. Indicazioni di questa svolta le avevamo avute dalle frammentarie notizie a proposto di un fantomatico supergruppo - se il termine ci è concesso - che avrebbe visto insieme James/Wooden Wand, i ragazzi di Skygreen Leopard e Cayce Lidner dei Flying Canyon, ma il suicidio di questo ultimo ha messo la parola fine sul nascere di un progetto che su carta dava prospettive interessanti e curiose. Alcune frange di questa collaborazione riaffiorano nelle canzoni di”James & the Quiet”, quelle che James/Wooden Wand avrebbe portato con se in quel progetto. Accompagnamenti folk ridotti all’osso, sembra di sentire i primi dischi della Elektra e della Vanguard ( Eric Andersen, Dave Van Ronk, quel disco della Elektra che si chiamava Blues Project…) il tutto filtrato da una forte sensibilità psichedelica. Ma un grado di genialità e talento alza il profilo del disco che non suona mai derivativo. In “Delia”, fra note basse distorte ma non intrusive, un tema morriconiano minimale e una coro femminile che pare uscito da Pat Garrett & Billy The Kid, James/Wooden Wand inventa un set sonoro e un landscape immaginifico di grande fascino. Si continua così, bene, nella successiva, dondolante, “We Must Also Love Thieves”, altra border song moderna dove i toni vocali di James/Wooden Wand, sempre più personali, rimandano addirittura a Donovan Leitch. Lee Ranaldo partecipa al disco con parsimonia ma è più presente in “Future Dreams” ballata atmosferica dai colori ben distribuiti.
Con ulteriori rimandi ai suoi amici Akron/Family - la cui struttura sonora è ben più complicata di quella di James ! - il disco di James Jackson Toth meglio conosciuto come Wooden Wand si propone di offrire a questa scena la voce forte di un vero folksinger ( si ascolti “Blessed Damnation”) che pur confrontandosi con il difuorismo che lo circonda tiene forte il timone e guida l’ascoltatore nel mondo della canzone folk più pura e arcana, come il brano che dà il titolo all‘album certifica con forza, folk song che nessuno avrebbe però pensato d scrivere 40 anni fa!. Difficile stabilire un perfetto e meritorio ordine di bellezza fra i dischi solisti di Wooden Wand/James Jackson Toth ma ci rendiamo conto di una crescita tangibile, di un progetto che si sta concretizzando ogni volta un po’ di più un po’ meglio e che invitiamo i cultori del folk blues arcano non allineato a tenere ben presente. Consigliamo ripetuti ascolti continuati per fissare il mood generale di un disco che vive di fragile emotività.
Ernesto de Pascale
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Track List
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